Dei 15 Stati in cui gli elettori repubblicani votavano nel Super Tuesday per indicare il proprio candidato nella corsa alle presidenziali per la  Casa Bianca, Nikki Haley, ex ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, è riuscita a guadagnarne solo uno, il Vermont. Poco per pensare di poter continuare a contendere a Trump la nomination per essere incoronata alla convention di luglio candidata ufficiale del partito repubblicano.

Per questo, dopo aver atteso l'esito degli scrutini di martedì Nikki Haley, unica candidata rimasta a contrastare nel GOP la corsa di Trump alle presidenziali, ha annunciato di sospendere la sua campagna.

Haley era l'unica speranza per i repubblicani moderati, quelli che una volta si identificavano in un partito che era spesso difficile distinguere da quello democratico. Difficile adesso dire a chi, a novembre, quegli elettori decideranno di dare il loro voto, a meno che...

Come è stato fatto notare da alcuni media, la Haley non si è ritirata dalla competizione, ma ha "sospeso" la sua campagna. Una puntualizzazione che, burocraticamente, le consente di mantenere ancora il suo status di candidata fino alla fine delle elezioni, non escludendo così un possibile ritorno in scena.

Potrebbe essere impossibile?  Secondo l'AP sono 91 le accuse di natura penale che Trump deve affrontare e se venisse condannato prima delle elezioni, la Haley potrebbe pertanto decidere di "sospendere la sospensione" alla sua campagna, ritenendo possibile che, in quel caso, la sua candidatura possa esser plausibile, a meno che la maggioranza dei repubblicani non pensi di farsi rappresentare da un presidente che rischi il carcere, a meno che non ci sia già finito.

Perché chiudersi questa possibilità quando mancano ancora molti mesi a novembre?