La fazione repubblicana più agguerrita e ostile a Biden non molla. Prosegue infatti la lotta sui conti e sulle relazioni degli uffici presidenziali relativamente ai fondi stanziati per l’assistenza militare a Kiev.

Un gruppo di Congressmen aveva avanzato richieste di chiarimenti già all’inizio del 2023, ma le risposte ricevute lasciano molto a desiderare in termini di precisione e completezza. Così la battaglia politica è andata avanti a Washington fino a che la scorsa settimana diciannove esponenti repubblicani, fra senatori e deputati, hanno inviato una lettera ufficiale all’OMB (Office of Management and Budget).

All’Ufficio Gestione e Bilancio, nella persona della direttrice Shalanda Young, viene contestato di aver presentato dei fogli contabili largamente incompleti, fumosi e soprattutto vaghi nell’esposizione. Così i parlamentari chiedono dove siano finiti quei 14 miliardi di dollari che in pratica dovrebbero essere stati già stanziati e spesi, ma che in teoria non risultano in nessun documento ufficiale.

L’OMB è un ufficio che fa capo direttamente alla Casa Bianca, dunque è a Biden che viene girata la rimostranza. I senatori J.D. Vance, Mike Lee e Rand Paul, i deputati Clay Higgins ed Andy Ogles ed altri ancora citano i calcoli che hanno rifatto e le fonti a cui hanno attinto per portare alla luce i loro atroci dubbi.

Si tratta infatti di decine di miliardi di dollari che potrebbero mancare all’appello, oltre al fatto che gli arsenali statunitensi potrebbero rimanere drammaticamente e improvvisamente vuoti proprio nel momento del bisogno.

Sono gli stessi ufficiali al Pentagono che ne parlano coi giornalisti, pur rimanendo anonimi e cercando di non generare troppo scandalo. Ma da qui alla fine del mandato di Biden sembra che i Repubblicani vogliano arrivare al fondo della vicenda e non lasciare senza spiegazioni tutti quei miliardi sottratti alle necessità dei contribuenti americani.