La storiella dell'aeroporto Costa D'Amalfi giungerà alla ribalta mondiale per la "follia" alla base del progetto. 

A volte mi chiedo cosa spinga la politica campana e i politici dei paesi di Pontecagnano, Bellizzi, Montecorvino e della Basilicata a continuare a proporre un'opera simile. 

Ho ampiamente già scritto già nelle relazioni presentate per i  ricorsi di  Firenze, Capodichino, Linate, Leonardo da Vinci e... Pontecagnano  i motivi, già prima della pandemia, per i quali bisogna finirla di costruire e ampliare strutture simili. 

Oggi con la crisi dei trasporti, con il Covid e con il programma di riduzione delle emissioni, continuare a parlare di ampliare gli aeroporti esistenti può significare due cose:

o chi dovrebbe capire non è in grado di capire,
oppure chi ha capito deve però giustificare decisioni politiche prese in precedenza, anche se sbagliate. 

La saggezza imporrebbe invece  di fermare tutto, in quanto comunque si stanno commettendo evidenti errori, per i quali rimando a quanto ho scritto negli anni, quale ricercatore e autore di pubblicazioni sul rapporto inquinanti e cancro:

fai.informazione.it/A9C4AD48-7B3C-4B98-A754-3F79A81CC1A0/Vincenzo-De-Luca-continua-a-sognare-il-suo-improponibile-aeroporto-fantasma-il-Costa-D-amalfi-di-Pontecagnano

Ma al di là delle preoccupazioni per la salute, ambiente e generazioni future, oggi continuo a chiedermi:

In questa situazione di crisi vi sembra davvero logico, opportuno e giusto costruire un nuovo aeroporto, sperare milioni per l'arrivo di improbabili passeggeri e distruggere l'economia agricola fiorente e ricca del paese che dovrebbe ospitarlo?

Qualcuno è in grado di rispondere con fatti e non chiacchiere? 

Ecco cosa dicono i principali esperti di aviazione nel mondo...


Vettori low cost responsabili delle “massicce perdite” che gli aeroporti dell’Ue affronteranno anche nel 2022.
Secondo Olivier Jankovec, direttore generale dell’Airports Council International (Aci) per l’Europa, gli aeroporti europei assisteranno infatti ad un altro anno di perdite di ricavi, causate principalmente dalla predominanza delle compagnie aeree low cost e dal debito accumulato.Secondo Jankovec, sulla base dei ricavi totali degli aeroporti nel primo semestre del 2021, che mostrano un calo del -65% rispetto ai livelli pre-pandemia, e anche dei ricavi del business aeronautico, diminuiti del 121 per cento rispetto al 2019, si prevede che gli aeroporti subiranno anche quest’anno enormi perdite. Anche il debito degli aeroporti europei è aumentato del 200% e la ripresa dei ricavi non avverrà presto.«L’ascesa e il dominio dei vettori ultra-low-cost – guidati da Ryanair e Wizzair – combinati con vettori di rete più piccoli ma più agili, l’ulteriore ibridazione e l’inevitabilità del consolidamento delle compagnie aeree significheranno solo una cosa: pressioni competitive senza precedenti sugli aeroporti europei. Questa è l’ineluttabile realtà in divenire, che avrà un impatto su tutti, dai nostri mega hub fino ai nostri aeroporti regionali più piccoli», ha affermato Jankovec in occasione del congresso annuale di Aci Europe.Gli aeroporti stanno anche affrontando una crisi degli investimenti, che renderà loro impossibile gestire la decarbonizzazione finanziaria, la digitalizzazione, e di raggiungere la capacità desiderata. Secondo un’analisi pubblicata da Aci, i ricavi aeroportuali non si riprenderanno fino a quando il traffico passeggeri non sarà completamente ripristinato, cosa che probabilmente non avverrà fino al 2023.«Il ripristino completo dei viaggi globali non vincolati è ancora molto lontano e sembra destinato a essere un processo irregolare e volatile – ha aggiunto Jankovec – condizionato da ulteriori progressi sulla vaccinazione e dall’evoluzione della situazione epidemiologica».Aci raccomanda quindi agli aeroporti di adottare un modello di business che si concentri su trasformazione, de-risking e resilienza, che attualmente sono criticamente interdipendenti.Inoltre, per onorare l’impegno a zero emissioni di carbonio, gli aeroporti dell’UE devono seguire un piano che mantenga i ricavi nel trasporto aereo e l’accesso ai mercati finanziari, che dipendono entrambi dalla capacità dell’aeroporto di passare a operazioni efficienti e digitalizzate.   

(Fonte: www.lagenziadiviaggi.it/crisi-degli-aeroporti-sotto-accusa-il-modello-ryanair-co)


Ecco invece cosa sta accadendo in Calabria , dove Lamezia terme ha un buco di circa 9 milioni di Euro  e dove per le enormi perdite  esiste la  «volontà di non proseguire l’iter progettuale avviato nel lontano 2008, che prevedeva la realizzazione di un primo lotto della nuova aerostazione (d’importo pari a 51 milioni di euro) affiancato al terminal esistente»: www.corrieredellacalabria.it/2021/11/14/sacal-il-bilancio-in-perdita-per-85-milioni-e-la-partita-milionaria-dei-fondi-pubblici-da-gestire.


Gli esempi sono moltissimi e a Pontecagnano si persevera nel dire che l'opera di ampliamento dell'aeroporto (il cui cantiere nessuno riesce a vedere dal vivo) prosegue.  Lo Stato dovrebbe intervenire, perché tanta follia, alla fine, finirà come sempre per ricadere nelle tasche del popolo italiano. 

 

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