L'attivismo politico di Roberto Speranza che rappresenta la minoranza di sinistra all'interno del Partito Democratico, assopitosi dopo l'ennesimo inutile dibattito all'interno del partito, è ripreso in questi ultimi giorni con l'indignazione per le nuove nomine dei direttori dei TG Rai, culminando poi in un'intervista rilasciata a Repubblica nel fine settimana.

Che cosa ha detto Speranza?  «Se stasera entrassi in una macchina del tempo e ne uscissi il giorno in cui si vota al referendum – e se tutto fosse ancora come oggi – non sarei in condizione di votare Sì. E lo sa perché? Considero l’Italicum e la riforma costituzionale inscindibili, un’unica grande revisione dell’architettura istituzionale. Per questo, senza una vera svolta sulla legge elettorale, il giudizio complessivo finirebbe per essere negativo. E quindi non potrei votare sì.»

Tanta è la prudenza di Speranza che ha evitato di dire che al referendum confermativo della riforma costituzionale voterà No... lui non voterà Sì!

Ma, in fondo, Speranza non ha detto niente di nuovo rispetto a quanto sta già dicendo da qualche mese, dimenticando però che gran parte dei sostenitori della sua corrente la riforma costituzionale l'hanno votata.

Quello che non convince nelle parole di Speranza è il fatto che anche modificando l'Italicum rendendolo, nonostante la qualità delle persone che attualmente occupano il Parlamento, la migliore legge del mondo adatta a bilanciare la nuova Costituzione così come è stata voluta da Renzi, tale Costituzione, nella forma e  nei contenuti, rimarrà  com'è adesso... non è che potrà magicamente migliorare.

Tutte le storture, le incongruenze e gli enigmi presenti nel nuovo testo rimarranno tali e quali, qualunque sia la nuova legge elettorale! Ma questo, Roberto Speranza non pare averlo compreso.

Roberto Speranza può essere credibile quando incolpa l'attuale segreteria per «una narrazione di un Paese uscito dalla crisi, mentre i cittadini si sentono pienamente dentro questa crisi.»

Ma questi problemi non li risolverà certo solo una nuova riedizione dell'Italicum e ancor meno l'approvazione di una riforma costituzionale abbrocciata e confusa, utile solo a rappresentare la pochezza culturale e istituzionale di giovani presuntuosi statisti che si sono rivelati bravi solo a  raccontar balle e ad arraffar poltrone.