Marinka è una piccolissima città a meno di 30 Km a sud-ovest di Donetsk, una delle tante che hanno avuto la terribile sorte di trovarsi sulla linea del fronte su cui, nel Donbass, russi e ucraini si uccidono a vicenda per conquistare solo pochissimi chilometri di territorio. Come accaduto in precedenza, anche Marinka è stata definita strategica per il corso della guerra, nonostante altre località cui è stata assegnata la stessa etichetta non abbiano poi cambiato le sorti del conflitto sia che siano passate in mano dei russi, sia che siano passate in mani ucraine.

L'unica certezza, invece, è che Marinka, come altre città simili è completamente distrutta

A metà dicembre, il generale di brigata Oleksandr Tarnavskyi aveva riferito che l'esercito ucraino aveva respinto numerosi attacchi a Marinka, mentre la Russia si preparava per ulteriori assalti.

Nelle scorse ore, l'agenzia di stampa statale RIA Novosti aveva pubblicato la notizia che il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu aveva comunicato al presidente Vladimir Putin, durante un incontro, che l'esercito aveva occupato Marinka.

Successivamente, un portavoce militare ucraino ha smentito (parzialmente) la notizia, dichiarando in tv che, anche se la città è "completamente distrutta", i combattimenti per il controllo "della zona" sono ancora in corso.

L'esercito ucraino, pertanto, aveva bisogno di segnare un punto a proprio favore per pareggiare il conto. La rete del pareggio è arrivata con la distruzione, avvenuta nel porto di Feodosia (nella parte orientale della Crimea),  della Novocherkassk, una nave da sbarco della marina militare russa della flotta del Mar Nero, colpita con missili da crociera (senza specificare se siano stati utilizzati Storm Shadow o Scalp) lanciati da uno più aerei.

Il portavoce dell'aeronautica militare ucraina, in un'intervista a Radio Liberty, ha affermato che per distruggere una nave del genere era necessario lanciare "chiaramente non un solo missile" per la capacità dei russi di poterli intercettare, aggiungendo che che la conseguente esplosione osservata indicherebbe che la nave trasportasse armi e munizioni.

Attualmente Kiev, almeno ufficialmente, non sta utilizzando caccia F-16, per pilotare i quali i piloti ucraini stanno iniziando solo in questo periodo a completare la prima fase di addestramento, cui ne seguirà una più avanzata per migliorarne le capacità di utilizzo, in modo da sfruttarne tutte le possibilità.

Ma la notizia più importante è forse quella meno diffusa e riguarda il via libera dell'Ue allo stanziamento di 50 miliardi di euro a Kiev. La decisione è stata bloccata per il veto dell'Ungheria, che pensa di poter mercanteggiare in tal modo i finanziamenti al Paese bloccati da Bruxelles per le leggi antidemocratiche varate da Orban. L'Europa si è data un mese di tempo per ottenere il consenso al finanziamento anche da parte dell'Ungheria, passato il quale, secondo il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, i 50 miliardi arriverebbero comunque.

Il problema finanziamenti è cruciale per Kiev, visto che anche i repubblicani al Congresso degli Stati Uniti ne hanno fermato il via libera, cercando di ottenere in cambio da parte di Biden politiche più restrittive nei confronti dei migranti che arrivano o tentano di arrivare nel Paese.