Questa settimana, il 20 e 21 marzo, i leader dell'UE si riuniscono a Bruxelles per discutere di competitività e dare seguito al Consiglio europeo straordinario del 6 marzo per affrontare i recenti sviluppi in Ucraina e le prossime tappe in materia di difesa.
All'ordine del giorno, come comunicato dal presidente Antonio Costa, figurano, tra l'altro, il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), la migrazione, gli ultimi sviluppi in Medio Oriente, il multilateralismo e altre questioni globali.
Non potendo farne a meno, la premier Meloni è stata costretta a recarsi in Parlamento per informare deputati e senatori della posizione dell'Italia sui vari punti elencati. Questi alcuni dei passaggi del discorso di Meloni al Senato.
Competitività
"L'obiettivo deve essere principalmente quello di assicurare un percorso di decarbonizzazione sostenibile per le nostre imprese e per i nostri cittadini, così da risolvere il divario dell'innovazione che l'Europa sconta e ridurre le nostre troppe e troppo pericolose dipendenze strategiche. Continueremo a insistere per una politica industriale efficace, che sappia combinare gli obiettivi ambientali con la competitività, rinunciando agli eccessi ideologici che abbiamo purtroppo visto e denunciato in passato"."Il Clean Industrial Deal presentato dalla Commissione va in questa direzione, ma sia chiaro che intendiamo impedire che si trasformi in un nuovo Green Deal con un nome diverso. Per farlo chiediamo azioni concrete: la prima tra queste non può non riguardare il settore dell'auto, un settore industriale strategico per l'Europa, che non può essere abbandonato al proprio destino"."Tra gli strumenti concreti che possono dare respiro ai settori produttivi, l'Italia sostiene con particolare forza la semplificazione e la riduzione degli adempimenti amministrativi. Sarò chiara: se l'Europa pensa di sopravvivere a questa fase, continuando a pretendere di iper regolamentare tutto, invece che liberare le tante energie delle quali dispone, semplicemente non sopravviverà". "Altro tassello fondamentale di una strategia industriale europea è la sicurezza energetica. Serve su questo un'azione comune europea. Abbiamo fatto importanti progressi negli ultimi anni, ma molto resta ancora da fare per superare le nostre vulnerabilità. I prezzi dell'energia troppo alti sono un freno evidente alla nostra competitività e per questo servono misure immediate e strutturali"."Un ulteriore punto di cui ci occuperemo al Consiglio europeo sarà il completamento dell'unione dei mercati di capitali: un passo decisivo e, al tempo stesso, una necessità per dotare l'Europa di un'infrastruttura finanziaria che sia capace di stimolare quegli investimenti privati di cui non possiamo più fare a meno se vogliamo sostenere la competitività. Non possiamo fingere di non vedere che, ogni anno, oltre 300 miliardi di euro di liquidità europea finiscono in investimenti extra UE. Sono investimenti che noi abbiamo il dovere e la possibilità di intercettare. Il vertice Euro, in agenda per giovedì pomeriggio, ci darà l'occasione per approfondire questi temi".
Quadro finanziario pluriennale
"Nel corso del Consiglio europeo terremo anche un primo scambio di opinioni sulla revisione e sulla struttura del prossimo quadro finanziario pluriennale, ovvero il bilancio dell'Unione europea; un bilancio pluriennale nel quale l'Italia intende indirizzare meglio le risorse; individuare modalità innovative e sempre più efficaci per finanziare le nuove priorità strategiche; difendere al meglio le voci riguardanti le politiche per la coesione e le politiche agricole che, grazie anche alle riforme effettuate da questo Governo, possono oggi raggiungere performance sempre migliori. Non è invece formalmente all'ordine del giorno del Consiglio europeo il tema dei dazi e dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti, ma ovviamente è un punto da tenere in grande considerazione, soprattutto per una Nazione esportatrice e che da molti anni è in surplus commerciale come l'Italia.Come sapete, al momento l'amministrazione Trump ha deciso di riattivare, lo scorso 12 marzo, i dazi sulle importazioni dall'Unione europea di acciaio, alluminio e determinati prodotti derivati (dazi che erano stati attivati nel 2018 e poi sospesi nel 2021). Gli Stati Uniti hanno inoltre annunciato la possibilità di attivare, il prossimo aprile, ulteriori dazi su altri comparti, di cui però non sono ancora noti i dettagli. La Commissione europea ha risposto all'entrata in vigore delle misure statunitensi annunciando delle contromisure di riequilibrio, alcune delle quali scatteranno il 1° aprile, mentre altre sono attualmente allo studio e dovrebbero entrare in vigore successivamente.Il quadro è quindi complesso e in costante evoluzione, tenuto conto che gli Stati Uniti hanno attivato misure simili anche nei confronti di altre Nazioni. Personalmente sono convinta che si debba continuare a lavorare con concretezza e con pragmatismo per trovare un possibile terreno d'intesa e scongiurare una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l'Europa. E credo non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie, che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono. Se infatti è vero che i dazi imposti sulle merci extra UE possono teoricamente favorire la produzione interna, in un contesto fortemente interconnesso come quello delle economie europea e statunitense il quadro si complica: i dazi possono facilmente tradursi in inflazione indotta, con la conseguente riduzione del potere d'acquisto delle famiglie e il successivo innalzamento dei tassi da parte della Banca centrale europea per contrastare il fenomeno inflattivo, come abbiamo già visto. Risultato: inflazione e stretta monetaria che frenano la crescita economica. Non sono certa, insomma, che sia necessariamente un buon affare rispondere ai dazi con altri dazi.E per questo credo che le energie dell'Italia debbano essere spese alla ricerca di soluzioni di buon senso tra Stati Uniti ed Europa, dettate più dalla logica che dall'istinto, in un'ottica di reciproco rispetto e di convenienza economica".
Un esempio delle soluzioni che lei ha in mente? Meloni non lo ha fornito. Le soluzioni di cui ha parlato, pertanto, restano un mistero impenetrabile nella funambolica logica meloniana.
Flussi migratori
"In questo Consiglio europeo torneremo a confrontarci anche sul governo dei flussi migratori. Anche in quella occasione si riunirà il tavolo che l'Italia promuove insieme a Danimarca e Paesi Bassi e che vede coinvolti i Governi maggiormente impegnati nel contrasto all'immigrazione irregolare. Anche questa volta i lavori del Consiglio su questo tema sono stati anticipati dalla ormai consueta lettera della presidente von der Leyen sull'attuazione della politica migratoria comune. Se oggi questi appuntamenti sono diventati una consuetudine; se finalmente ci si pone come priorità l'attuazione di partenariati paritari con le Nazioni di origine e di transito, la difesa dei confini esterni dell'Unione europea, il rafforzamento della politica dei rimpatri, la costruzione di soluzioni innovative, lo si deve al ruolo decisivo che l'Italia ha svolto in questi anni per cambiare l'approccio europeo in materia di immigrazione"."In questi giorni abbiamo accolto con favore la proposta della Commissione europea sulla riforma del quadro legislativo europeo sui rimpatri, attraverso il passaggio da una direttiva a un regolamento direttamente applicabile nei 27 Stati membri. Lo riteniamo uno sviluppo molto significativo, anche per armonizzare la prassi dei diversi Stati membri e rendere ancora più efficace l'azione di rimpatrio di chi non ha titolo a essere accolto sul territorio europeo. È fondamentale che l'Unione europea diventi efficace in questo: se entri illegalmente in Europa, non puoi rimanere sul territorio europeo e devi essere rimpatriato". "Non dimentico ovviamente il nostro impegno sulle soluzioni innovative, tra tutte ovviamente in prima battuta il Protocollo Italia-Albania, che il Governo è determinato a portare avanti, anche alla luce dell'interesse e del sostegno mostrato da sempre più Nazioni europee. Anche qui, al di là della propaganda, penso sia chiaro a tutti che, se nella nuova proposta di regolamento si propone di creare centri per i rimpatri in Paesi terzi, è grazie al coraggio dell'Italia che, anche su questo, ha fatto da apripista".
Quindi, il mistero è risolto! Adesso sappiamo perché Meloni ha sprecato in Albania quasi un miliardo di euro!
Medio Oriente
"Il Consiglio europeo di giovedì tornerà a occuparsi naturalmente anche delle grandi crisi geopolitiche in atto - come dicevo in apertura - a partire chiaramente dal complesso quadro in Medio Oriente. Seguiamo con grande preoccupazione la ripresa dei combattimenti a Gaza - notizia delle ultime ore - che mette a repentaglio gli obiettivi ai quali tutti lavoriamo: il rilascio degli ostaggi, di tutti gli ostaggi, e una fine permanente dell'ostilità, così come il ripristino di una piena assistenza umanitaria nella Striscia. Voglio riportare a questo Parlamento la gratitudine espressa ieri da re Abd Allah II di Giordania per il fondamentale contributo italiano all'iniziativa da lui promossa di un corridoio aereo per garantire aiuti umanitari nella Striscia di Gaza".
Nella notte lo Stato canaglia di Israele, governato da un criminale accusato di genocidio su cui pende un ordine di arresto della CPI ha ripreso ad assassinare indiscriminatamente centinaia di civili palestinesi. L'accorta premier italiana, nonostante ciò, si è detta "preoccupata per il rilascio degli ostaggi, di tutti gli ostaggi, e una fine permanente dell'ostilità, così come il ripristino di una piena assistenza umanitaria nella Striscia". Ai palestinesi fatti a pezzi dal suo carissimo amico e alleato Benjamin Netanyahu non ha fatto cenno, come non ha neppure ricordato che lo stesso Netanyahu ha giustificato la ripresa del genocidio a Gaza con il placet di un altro pezzo di criminale da 90, anche questo amico e alleato di Giorgia Meloni... Donald Trump.
"Detto ciò, l'Italia accoglie con favore il piano di ricostruzione presentato al vertice del Cairo lo scorso 4 marzo dai Paesi arabi. Per poter muovere verso una sua applicazione nella prospettiva più ampia di una pace stabile e duratura e della soluzione politica due Stati è però necessario che Hamas rilasci gli ostaggi e deponga le armi. Allo stesso tempo torniamo a esprimere la nostra preoccupazione per quello che sta accadendo in Siria, in particolare dopo gli ultimi brutali attacchi che hanno visto milizie legate al nuovo Governo di transizione uccidere centinaia di civili appartenenti in gran parte alla minoranza alawita, colpendo anche però la minoranza cristiana. Insieme ai partner europei siamo impegnati a richiamare il nuovo Governo a garantire una transizione democratica fondata sul rispetto e sulla piena inclusione di tutte le minoranze etniche e religiose, a partire da quelle alawita, cristiana e curda".
Ma dei brutali attacchi dell'esercito dello Stato ebraico Meloni continua a non far cenno.