Le 10:25 del 2 agosto sono ormai diventate un appuntamento con la memoria che ci ricorda non solo una strage, quella di Bologna, ma anche il fatto che in Italia di stragi a cui ancora oggi - e quasi certamente neppure in futuro - sapremo mai dare una risposta ce ne sono state, purtroppo, molte altre.


Questi alcuni passaggi della dichiarazione che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato in occasione della commemorazione che, come ogni anno, si è svolta nel capoluogo emiliano.

«... I processi giudiziari sono giunti fino alle condanne degli esecutori, delineando la matrice neofascista dell’attentato.

Le sentenze hanno anche individuato complicità e gravissimi depistaggi. Ancora restano zone d’ombra da illuminare. L’impegno e la dedizione di magistrati e servitori dello Stato hanno consentito di ottenere risultati che non esauriscono ma incoraggiano l’incalzante domanda di verità e giustizia. ...»


E sulla necessità di una verità che riesca a togliere i numerosi dubbi chiunque voglia ripercorrere fatti e atti processuali di quella vicenda che causò la morte di 85 persone, ha posto l'accento anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, presente a Bologna in rappresentanza del governo:

«C'è un obbligo morale prima ancora che politico che ci guida: giungere ad una verità certa, libera da zone grigie e sospetti. Questo è l'unico vero modo di onorare le vittime e realizzare le legittime e sacrosante richieste dei loro familiari.

C'è uno Stato che per 38 anni è rimasto in silenzio, negligente e non ha voluto fare luce su verità inconfessabili su cui bisogna accendere un faro.

Vogliamo che possiate credere nello Stato, non con le parole, ma con i fatti concreti. Il tempo delle parole è finito: abbiamo siglato un protocollo triennale tra ministero della Giustizia, dei Beni culturali e CdM per la digitalizzazione degli atti, così che siano accessibili a tutti.»


Un passo avanti, indubbio, per favorire conoscenza e consapevolezza nei cittadini, in modo che la memoria possa fare da argine alle tante derive che, ogni giorno che passa, sembrano deviare il corso democratico di questo Paese.

Ma perché in un'occasione così importante il premier e i vice premier del Governo del cambiamento non hanno fatto sentire la propria voce? Sul "blog delle Stelle", organo ufficiale di quel movimento, neppure un accenno alla strage di Bologna, così come sulla pagina Facebook del capo politico Luigi Di Maio.

E neppure sul megafono della Lega, la pagina Facebook dell'altro vicepremier Matteo Salvini, si ricorda, neanche di sfuggita tra un fatto di cronaca e l'altro in cui neri e rom sono i cattivi di turno, la strage di Bologna.

I due personaggi (si dovrebbero definire personalità, ma dato che fanno di tutto per esser personaggi è giusto riconoscer loro lo sforzo prodotto in tal senso) rappresentano le due forze politiche che, in questo momento, raccolgono circa il 60% delle preferenze degli italiani, nel caso venissero chiamati a votare.

Pertanto, considerando anche che, dal punto di vista della comunicazione, Salvini e Di Maio sono entrambi espressione unica della linea e dela comuniocazione politica dei partiti che rappresentano, sarebbe stato opportuno che, anche di sfuggita, commemorassero la strage "fascista" del 2 agosto.

Altrimenti, qualcuno potrebbe pensare che, proprio perché definita "fascista", non vogliono associarsi alla commemorazione della strage di Bologna. A pensar male si fa peccato, ma...