Sono stati 16, di cui tre ancora sconosciuti, gli "eventi" che si sono svolti a Downing Street durante il lockdown rivelati dal rapporto redatto da Sue Gray, reso pubblico quest'oggi. Nel rapporto la Gray ha dichiarato che tali eventi non avrebbero dovuto svolgersi, accusando indirettamente il premier Johnson per aver permesso che venissero organizzati.
Ma Boris Johnson, preso atto del rapporto, fa il finto tonto e al Parlamento dichiara:
"Mi dispiace per come sono andate le cose e mi dispiace anche per il modo in cui la questione è stata gestita", promettendo un cambiamento relativo alla conduzione di Downing Street.
Nel rapporto si rende noto che sono 12 gli eventi su cui sta indagando la polizia metropolitana per presunta violazione delle regole anti-Covid. Tra questi quello del 20 maggio 2020, a cui Johnson si è scusato per aver partecipato, e la festa di compleanno del primo ministro il 19 giugno 2020.
Nel rapporto si segnalano anche episodi di ubriachezza dovuti ad un consumo eccessivo di alcol.
Inutile dire che sono state aspre le critiche rivolte Johnson.
Il leader laburista Keir Starmer, dopo aver ringraziato la Gray per la sua professionalità aggiungendo che non è colpa sua se non ha consegnato un rapporto completo (per le indagini in corso, Scotland Yard le ha chiesto di omettere alcune parti), ha accusato Johnson di aver preso in giro la nazione per non aver osservato le regole salva-vite da lui imposte ai britannici, definendolo un uomo senza vergona il cui comportamento ha spezzato il vincolo di fiducia che lega le istituzioni al resto del Paese, chiedendo ai parlamentari tory di sfiduciarlo.
E dalla maggioranza dei conservatori si è fatta sentire l'ex premier Theresa May che retoricamente ha chiesto a Johnson se conoscesse o ignorasse le norme di comportamento da lui imposte per limitare il contagio pandemico.
Johnson, inoltre, è stato incalzato anche sull'impegnarsi a rilasciare il rapporto completo non appena fosse conclusa l'indagine della polizia. Ma il premier non ha preso alcun impegno.
A questo punto, rimane da vedere che cosa decideranno gli oltre 50 parlamentari conservatori che avevano anticipato di attendere la pubblicazione del rapporto prima di decidere se sfiduciare o meno il premier, che è anche il capo del loro partito.