"Aho... che ve dicevo? A'mo svortato! La todesca c'ha dato raggione: Egitto, Bangladesce e Tunisia so' Paesi securi. C'avevo raggione. Li mortacci..."
Se non è la dichiarazione virgolettata di Giorgia Meloni a commento della proposta della Commissione Ue di considerare Egitto, Bangladesh e Tunisia Paesi sicuri, probabilmente non è lontana da quello che la premier deve aver detto al suo entourage.
Ma la realtà, purtroppo, ci dice tutt'altro:
«In Tunisia criticare il presidente autocrate Kaïs Saïed - fa sapere Laura Boldrini - vuol dire essere condannati fino a 66 anni di carcere: "complotto contro la sicurezza dello Stato» e «adesione a un gruppo terrorista". Questo è accaduto oggi a Tunisi nei confronti di noti oppositori politici, avvocati, imprenditori, giornalisti e attivisti, nel cosiddetto "processo del complotto".Tra loro anche Chaima Issa, 45 anni, cofondatrice del Fronte Nazionale di Salvezza e del Comitato contro il colpo di Stato, che ho incontrato nel settembre 2023 nella sua casa di Tunisi mentre si trovava agli arresti domiciliari. Una donna forte, convinta di dover reagire al regime dittatoriale imposto dal presidente: "Finché sono viva parlerò", ci disse.Ieri Issa è stata condannata a 18 anni di carcere per aver espresso alla radio la propria contrarietà alla politica di Saïed. Ad altri è andata peggio con condanne fino a 66 anni. A Issa e a tutti coloro che sono stati colpiti da pene durissime solo perché in opposizione al regime del terrore tunisino va tutta la mia solidarietà».
Adesso, a seguito di ciò, Ursula von der Leyen, i commissari interessati - a partire da Kaja Kallas - e Giorgia Meloni devono spiegare all'opinione pubblica quali siano le ragioni per cui l'Europa e l'Italia dovrebbero considerare la Tunisia, che viola in maniera talmente palese i diritti umani, un Paese sicuro.
Se si pretende di essere portatrici di valori, questi non valgono solo in difesa dell'Ucraina, ma valgono sempre... altrimenti si finisce per essere dei pagliacci.