Cresce la curva dell’influenza australiana: allettati un milione e mezzo di italiani. Tra le persone più a rischio i bimbi sotto i 5 anni. Susanna Esposito: “C’è ancora tempo per la prevenzione e non è assolutamente raccomandato il fai-da-te, soprattutto relativamente all’uso degli antibiotici, in quanto l’influenza è una malattia virale da trattare con terapia sintomatica”.


Susanna Esposito: curva in crescita

Cefalea, sintomi respiratori e gastrointestinali, temperatura corporea elevata: è questo il quadro rappresentativo dell’influenza australiana che in un mese ha costretto a letto quasi un milione e mezzo di italiani. L’incidenza più alta si è registrata nei bambini sotto i 5 anni. “Rainews” ha chiesto il parere di Susanna Esposito, ordinaria di pediatria all’Università di Parma e responsabile del Tavolo tecnico malattie infettive e vaccinazioni della Società italiana di pediatria. Sulla base di quanto avvenuto durante i nostri mesi estivi nell’emisfero australe, l’esperta sostiene che mentre l’incidenza del SARS-CoV-2 tenderà a contenersi, quella legata ai virus influenzali continuerà a crescere, con sintomi che possono anche coinvolgere il sistema nervoso centrale, portando potenzialmente a complicanze neurologiche. Come sempre, si invita alla prevenzione, ancora efficace fino a metà dicembre, e si raccomanda di non ricorrere al fai-da-te. “Se c’è il dubbio di una sovrainfezione batterica, questa va identificata da un medico”, ribadisce Susanna Esposito.


Susanna Esposito: bimbi sotto i 5 anni più a rischio di complicazioni

Nei primi 5 anni di vita, i bambini sono considerati una categoria a rischio. Susanna Esposito spiega che questo dipende dal fatto che presentano più spesso complicanze per influenza. “Più spesso – precisa l’esperta – perché possono presentare febbre alta che si associa a convulsioni febbrili, possono mostrare sintomi gastrointestinali come vomito, diarrea, inappetenza che si associano a disidratazione, e possono sviluppare complicanze respiratorie come la polmonite”. Per tale motivo, nella fascia d’età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni la vaccinazione è particolarmente raccomandata, non solo tra i bambini a rischio. “In questa fascia d’età – incalza Susanna Esposito – il bambino ha più spesso manifestazioni gravi”. Per quanto riguarda, infine, i bambini più grandi, la vaccinazione è comunque da considerarsi utile, in particolare per prevenire la diffusione in comunità e in coloro che hanno patologie di base.