È arrivato al 10° giorno lo scontro tra Gaza e Israele che nella notte ha fatto registrare nuovi intensi bombardamenti israeliani nella Striscia, tanto che, in base a quanto riporta il Times of Israel, in meno di 30 minuti sono stati compiuti 122 raid aerei contro edifici residenziali che hanno portato all'uccisione di altri quattro palestinesi, tra cui un giornalista, Yusef Abu Hussein, della radio Al-Aqsa Voice. Sale così a 219 il numero delle vittime dal 10 maggio scorso, di cui 63 bambini, 36 donne e 16 anziani, mentre sono 12 i morti in Israele, di cui due bambini, causati dai razzi lanciati da Hamas e Jihad islamica.

Secondo quanto riporta il quotidiano Haaretz, l'esercito israeliano farebbe pressione sul premier per un accordo che fermi lo scontro in atto, accordo su cui sta lavorando l'Egitto e che avrebbe ottenuto il sì da parte di Hamas, ma Netanyahu pare invece intenzionato a proseguire nell'attacco, molto probabilmente perché in tal modo ha forse visto aprirsi uno spiraglio per raggiungere i numeri per formare un nuovo governo, rimanere alla guida del Paese, scongiurare nuove elezioni ed affrontare da una posizione di potere il processo in corso che lo vede imputato in tre diversi casi di corruzione.

Ma ad ostacolare i piani di Netanyahu non sarà la lettera inviata ieri dal ministero degli esteri dell’Autorità Nazionale Palestine alla Corte Penale Internazionale, chiedendo di indagare "i crimini di guerra" di Israele commessi in questi giorni nei Territori Occupati, quanto il fatto che negli Stati Uniti, probabilmente a seguito del movimento Black Lives Matter, la questione del rispetto dei diritti umani non è più considerata di secondo piano.

Così la scorsa settimana, la CNN ha intervistato Mohammed El-Kurd, un abitante del quartiere di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme... una delle poche volte, forse addirittura la prima volta, che un palestinese che resiste alle espropriazioni sistematiche operate dagli ebrei israeliani ha avuto la possibilità di raccontare come opera la democratica nazione di Israele, svelando la realtà dell'apartheid messo in atto dallo stato ebraico. Mohammed fa parte di una nuova generazione di palestinesi la cui indignazione si sta diffondendo tra le persone di tutto il mondo e alimenta la resistenza in tutta la Palestina.

Gli Stati Uniti, finora, hanno difeso i crimini di guerra di Israele, fornendo a quella nazione bombe fabbricate in America. Proprio questo mese, Joe Biden ha approvato una fornitura di armi ad Israele del valore di 735 milioni di dollari.

E a svelare l'ipocrisia del presidente americano ci ha pensato la deputata Usa di origine palestinese Rashida Tlaib che ha affrontato Biden in visita a Detroit chiedendogli conto del suo operato su quanto sta accadendo in Medio Oriente. Il presidente ha risposto che in privato avrebbe fatto pressioni su Netanyahu perché accetti un cessate il fuoco, ma la Tlaib gli ha fatto notare che gli Usa all'Onu si sono finora opposti alle richieste in tal senso presentate dagli altri Paesi, aggiungendo che chi promuove l'apartheid, come sta facendo il premier israeliano, non presta certo ascolto agli inviti della cortesia diplomatica e continua a commettere crimini di guerra e a violare il diritto internazionale.

Adesso l'amministrazione Biden dovrà fare i conti non solo con il consenso pro Palestina che sta crescendo tra i rappresentanti dem all'interno del Congresso, ma anche con quello crescente all'interno dell'opinione pubblica supportato da manifestazioni che raccolgono un numero impressionante di persone e non certo tutte di origine palestinese.

Il vento sta cambiando... e per questo Joe Biden, mercoledì, si è visto costretto a far rilanciare dalla Casa Bianca una nota ufficiale che ha "quasi" il sapore di un ultimatum:

"Il presidente Biden ha parlato oggi con il primo ministro israeliano Netanyahu. I due leader hanno avuto una discussione dettagliata su quanto sta accadendo a Gaza, sui progressi di Israele nell'indebolire le capacità militari di Hamas e di altre fazioni terroristiche e sugli sforzi diplomatici in corso da parte dei governi regionali così come degli Stati Uniti. Il presidente ha comunicato al primo ministro che si aspettava oggi una significativa riduzione dell'escalation sulla via del cessate il fuoco".