"Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno ordinato alle IDF di adottare misure severe contro l'organizzazione terroristica Hamas nella Striscia di Gaza.Ciò fa seguito al ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi, nonché al rifiuto di tutte le proposte ricevute dall'inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e dai mediatori.In questo momento, le IDF stanno attaccando obiettivi dell'organizzazione terroristica Hamas in tutta la Striscia di Gaza per raggiungere gli obiettivi della guerra così come sono stati stabiliti dai vertici politici, tra cui il rilascio di tutti i nostri ostaggi, vivi e deceduti.D'ora in poi Israele agirà contro Hamas con una potenza militare sempre maggiore.Il piano operativo è stato presentato dalle IDF nel fine settimana e approvato dalla leadership politica".

Questo è quanto ha dichiarato in una nota diffusa dal proprio ufficio il 18 marzo il premier israeliano Benjamin Netanyahu. L'annuncio fa seguito ad una serie di attacchi aerei portati dallo Stato ebraico sulla Striscia di Gaza, che hanno causato la morte di più di 400 persone, oltre a centinaia di feriti, secondo quanto riferito dal Ministero della Salute di Gaza.

Gli attacchi hanno preso di mira abitazioni e accampamenti di tende in diverse aree della Striscia, mentre i carri armati israeliani hanno bombardato oltre la linea di confine. 

Per l'austriaco Volker Türk, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, "questo aggiungerà tragedia a tragedia. Il ricorso di Israele a una forza militare ancora maggiore non farà altro che accumulare ulteriore miseria su una popolazione già in condizioni catastrofiche".

L'Egitto, uno dei mediatori dell'accordo di tregua di gennaio, ha invitato alla moderazione, mentre gli Stati Uniti hanno affermato di essere stati consultati da Israele prima degli attacchi. La Casa Bianca ha attribuito a Hamas la responsabilità della ripresa dei combattimenti, affermando che il gruppo avrebbe dovuto rilasciare gli "ostaggi" per estendere la tregua.

Nel frattempo, la situazione umanitaria a Gaza continua a peggiorare. Gli ospedali, già sovraccarichi da mesi di bombardamenti, sono al collasso, mentre le forniture di aiuti sono state sospese per oltre due settimane. Intanto Israele apre rifugi nel centro commerciale di Tel Aviv in preparazione di possibili rappresaglie.

Hamas ha dichiarato che l'esercito israeliano ha violato l'accordo di cessate il fuoco, eludendo i suoi obblighi e continuando a commettere massacri contro la popolazione della Striscia, con il silenzio complice della comunità internazionale.

In una nota, Hamas ha affermato che le accuse di Israele riguardo ai preparativi dei movimenti di resistenza di lanciare un attacco contro il suo esercito sono infondate e costituiscono solo un debole pretesto per giustificare il ritorno in guerra e l'escalation della sua sanguinosa aggressione:

"L'occupazione sta cercando di trarre in inganno l'opinione pubblica e di creare false giustificazioni per nascondere la sua decisione di riprendere il genocidio contro civili indifesi, ignorando tutti gli impegni assunti".

Hamas ha sottolineato di aver rispettato l'accordo  e di essere desiderosa di garantirne la continuazione, ma Netanyahu, cercando una via d'uscita dalle sue crisi interne, ha preferito riaccendere la guerra a spese del popolo palestinese.

Il direttore generale del Ministero della Salute di Gaza ha affermato che l'esercito israeliano ha tradito gli abitanti di Gaza, effettuando pesanti bombardamenti mentre dormivano, sottolineando che la maggior parte delle vittime dei massacri erano donne e bambini. Poi ha invitato tutti i cittadini della Striscia di Gaza a donare urgentemente il sangue, aggiungendo anche che molte vittime sono ancora sotto le macerie. La situazione sanitaria nella Striscia è catastrofica, con 25 ospedali su 38 fuori servizio.

Un funzionario di Hamas, che ha preferito restare anonimo, ha dichiarato che un prigioniero israeliano, a seguito degli ultimi attacchi è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti. Hamas detiene ancora 59 prigionieri e varie fonti stimano che la metà di loro sia viva, mentre gli altri sono stati uccisi durante i raid israeliani.

Martedì, l'Hostages and Missing Families Forum israeliano ha lanciato un disperato appello per la vita dei loro cari, criticando "la decisione del governo di sacrificare i 59 prigionieri" rimasti a Gaza e ha chiesto alla popolazione fdi manifestare fuori dall'ufficio del premier Netanyahu a Gerusalemme, mentre il premier è in riunione con  i responsabili della sicurezza per discutere della ripresa delle ostilità.

"Non c'è niente di più urgente", ha affermato il Forum, aggiungendo che "la pressione militare porterà all'uccisione di ostaggi ancora vivi e alla scomparsa dei caduti".

"Se l'Europa vuole misurare la sua forza e costruire la sua indipendenza - ha commentato Nicola Fratoianni di AVS -  deve intervenire su Netanyahu con sanzioni pesanti, come fatto con Putin in questi anni. Ogni altra scelta è complicità politica e morale".