Ultimo giro di passerella per Melania Trump, bellissima cinquantenne alla ribalta, il cui esempio  di cenerentola  incoronata dall’uomo di potere, fa ancora sognare  intere generazioni di nonne, mamme e figliole.  

Sembra davvero di vederle le bambine con il cerchietto fermacapelli, che ad ogni movimento della testa facevano  tintinnare le stelline  e che con la  bacchetta magica di fatina  segnavano  un frenetico zig zag nell’aria , vestite di  tulle rosa,  continuano a sperare  di cambiare vita – anche quelle in pensione o  prossime alla pensione – ma soprattutto si augurano di poter uscire dal  personale grigiore esistenziale con l’aiuto di un miliardario, uno qualunque.

Strumento fondamentale ed imprescindibile per la riuscita del diabolico piano  è l’aspetto fisico, che traduce il canone estetico della bellezza nella perfezione del corpo e del viso,   

Sicura di questo strumento chiamato corpo e della sua eleganza, Melanija Knavs, dal piccolo comune di Sevnica in Slovenia, zona depressa dell’est europeo, nel 1995  approdava a New York e calzava,  dopo qualche anno difficile e di ambientazione, una pump di cristallo e brillanti per mano di Donald Trump, uomo sì 26 anni più grande di lei, ma con un incredibile impero immobiliare. 

Iniziava così la  lunghissima passerella di Melania Trump sugli spalti del mondo, di cui l’ultimo tratto - dal 2016 al 2020 - gremito di pubblico e applausi, sino a diventare la style-icon di riferimento per quasi  metà del popolo americano.


Le Trumpettes

Nascono persino le Trumpettes, un fan club di tardone miliardarie con al seguito  frange di giovani donne che vogliono un leader forte e rassicurante  come Donald Trump. La Presidente Toni Holt Kramer, 80enne residente in uno dei quartieri più ricchi e sontuosi di L.A. con Rolls Royce parcheggiate sul davanti,   insieme alle altre fondatrici, Suzy Goldsmith, Terry Lee Erbert Mendoza e Janet Levy,  per lo più vedove di magnati americani e vecchie amiche  di Trump, trascorrono il loro tempo adorandolo, combattendo al fianco dei repubblicani, organizzando incontri nei club fra ricconi e maliarde in cerca di ricconi.  Soprattutto promuovono Melanie come esempio di donna perfetta nel suo ruolo di moglie, madre, primadonna, senza accorgersi che sfila e basta, non apre mai  bocca se non per leggere  le frasi striminzite scritte per lei dal pool della Casa Bianca,  regia di “facciata” che la spinge a sbandierare valori come Dio patria famiglia, ma soprattutto sorrisi, bellezza patinata e manina a palmo aperto quando saluta. 


Le contraddizioni della politica di Donald Trump, I really don’t care, do u? 

Strofe ripetute  che fanno i conti con le contraddizioni politiche di Trump, il quale mette a tacere  i tabloid  europei sul passato della moglie, sicuramente per proteggerla dalle maldicenze, ma soprattutto per evitare di portarla come esempio di ambiguità nei suoi piani di leader repubblicano.

Non è forse vero che Melania è  emigrata dall’est povero dell’Europa per consolidare un desiderio di successo a stelle e strisce? Come lei, infatti, anche i giovani latino americani  sperano in una vita migliore ed attraversano le frontiere fra Messico e California, dove  il tycoon ha istituito impianto stabile l’esercito della Guardia Nazionale. “Tolleranza zero” gridava nel 2016 alle folle che lo applaudivano, spingendo in avanti il cavallo di battaglia della campagna elettorale repubblicana, insieme all’abolizione delle Associazioni umanitarie volute da Barak Obama per tutelare i “dreamers”, i migranti minorenni. Così come non ha nascosto a colpi di twitter l’aspra critica nei confronti dell’Europa per aver concesso troppo ai migranti,  da sempre allineato con la linea dura dell’asse populista Italia-Austria-Ungheria. 

Davvero  non possiamo dimenticare quando al confine con il Messico  il governo  Trump separò i minorenni dai genitori per rinchiuderli nei centri di accoglienza, così come   la visita ai bambini e lo smagliante sorriso di Melania Trump con addosso un parka  tinta verde-militare, che  portava una scritta sulla schiena “I really don’t care, do u?” (io davvero non me ne prendo cura, e tu?).

Immemore dei suoi trascorsi da immigrata e con l’intenzionale occultamento del  passato, la barbie dagli occhi di gatta ha tirato dritto, obbedendo ciecamente ad una regia che imponeva un ruolo controllato e che ben conosceva  i suoi limiti di “persona pensante”, non importa, la contropartita era altissima, anche se si vociferava che i due dormissero in stanze separate e non comunicanti.

Non so se  Melanija Knavs all'anagrafe nutrisse l’ambizione di   farsi imitare da donne che spendono tutti i loro risparmi dal chirurgo plastico per avere il naso e gli occhi come lei, che stipano  armadi e scarpiere con centinaia di vestiti presidenziali e centinaia di decolteè  tacco a spillo  18 cm,   dal di fuori sembra  una patetica giostra illuminata dalla luna dove si è felici per una manciata di secondi regalati dalle tv.

So per certo che molte donne  della  generazione del passato, zia Concetta alla guida, avrebbero condiviso le sue scelte in toto. Con la differenza che, se per loro, donne comuni ma poco determinate, si prova una forma di compassione unita alla tenerezza, poiché   attraversate da una certa ingenuità e da una punta di mercanzia di scambio di chi ritiene che il proprio posto sia “accanto” ed in supporto al partner maschile, il quale mai dovrà venire meno ai suoi doveri di garante del nucleo familiare. Melanija scarica “ciuffettone”, paga del suo ruolo di first lady che le servirà, in termini di notorietà, eccome, per ottenere altri ruoli nel futuro, magari nel mondo del cinema e della televisione.

Le stagioni della vita passano in fretta,  la fragile ma determinata Melanija ha buttato alle spalle il "povero" ricordo dell’Europa dell’est,  ha rimosso i difficili esordi a New York negli ambienti del fashion e quel club modaiolo dove le belle donne incontravano i miliardari. Come l’acqua sotto i ponti è passato anche  il matrimonio con Donald Trump, percorsa la lunga passerella al fianco del Presidente, i vestiti, i tacchi, la Casa Bianca, nelle stanze del potere si sussurra  il divorzio, solo dopo essersi assicurata  il trend del mantenimento per lei ed il figlio Barron, però.

Nel futuro, forse, l’attende  Hollywood e le sue luci, un attrice come lei! dopo una recita tirata così a lungo è sicuramente pronta per quelle  più brevi sullo schermo, ulteriore conferma che  la politica ed i problemi della società civile, non sono mai stati oggetto dei suoi desideri e dei suoi pensieri.