Nell'incontro che ha avuto oggi con i rappresentanti dei familiari delle persone ancora prigioniere a Gaza  (di sei delle quali nelle scorse ore sono stati recuperati i corpi dall'IDF, compreso quello di uno che si riteneva fosse ancora in vita), il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto loro di non essere sicuro che ci sarà un accordo per il cessate il fuoco a Gaza, precisando che, comunque, l'accordo dovrà preservare  gli interessi strategici di Israele.

Quali siano tali interessi Netanyahu lo ha confermato a Blinken durante l'incontro di ieri: il rifiuto di ritirare l'esercito dall'asse Filadelfia e dal corridoio Netzarim, precisando che il conflitto continuerà finché Hamas non sarà annientata e gli obiettivi della guerra non saranno raggiunti.

Ma quali siano gli obiettivi di Netanyahu, almeno dichiarati pubblicamente, nessuno lo ha capito. Quello che invece è logicamente ipotizzabile è che lui miri ad assassinare i civili a Gaza perché i sopravvissuti si decidano ad abbandonare la Striscia, con qualcuno che li accolga. Il suo esercito sta facendo la stessa cosa a Gerusalemme est e in Cisgiordania, con la comunità internazionale che fa finta di non vedere quanto sta accadendo.

Per quanto riguarda l'annientamento di Hamas, è evidente che Netanyahu stia mentendo, dato che persino i vertici dell'esercito israeliano hanno detto che non solo non è possibile, ma che i movimenti di resistenza palestinese a Gaza si stanno pure rafforzando. Anche in questo caso, non è necessario fare un grande sforzo intellettuale per capirlo. Che cosa fareste voi se da dieci mesi, ininterrottamente, vi lanciassero in testa bombe da una tonnellata cercando di ammazzarvi, mentre vengono rase al suolo infrastrutture e abitazioni? Che cosa fareste voi se vi impedissero le cure dopo esser stati feriti? Che cosa fareste voi se cercassero di farvi crepare di fame e di sete? Che cosa fareste voi se vi avessero ammazzato familiari, parenti, amici? Morire per morire, tanto vale cercare di farla pagare in qualche modo a chi, con tutti mezzi, sta compiendo un genocidio. Se nei confronti dello Stato ebraico il diritto internazionale non conta più nulla, allora è logico provare a difendersi da soli e cercare di uccidere chi mi vuole assassinare. Chi è in grado di poter smentire un ragionamento di tale banalità? Agli inizi del massacro, quando era ormai evidente quali fossero le intenzioni di Netanyahu, il presidente francese Macron aveva provocatoriamente ipotizzato che l'annientamento di Hamas avrebbe richiesto almeno dieci anni di guerra.

Rimane da commentare la volontà del primo ministro israeliano di pretendere la permanenza del proprio esercito sulla linea di confine tra Gaza e Egitto (l'asse Filadelfia, dove sorgeva il valico di Rafah) e la strada costruita in questi mesi che collega il confine ovest di Israele al Mar Mediterraneo a est, dividendo il nord dal sud della Striscia di Gaza (il corridoio Netzarim).

Questo è ciò che gli Stati Uniti hanno garantito agli israeliani nei colloqui di Doha della scorsa settimana e questo è ciò che Blinken ha confermato ieri a Netanyahu, in quello che, ipocritamente, adesso etichetta come "accordo ponte". Peccato però che il controllo dei corridoi Filadelfia e Netzarim da parte dell'IDF non fosse previsto dal piano Biden che Hamas aveva accettato a inizio luglio.

"I fratelli mediatori in Qatar ed Egitto - ha dichiarato Hamas in una nota - sanno che il movimento ha agito in modo positivo e responsabile in tutti i precedenti round di negoziati e che Netanyahu è sempre stato quello che ha ostacolato il raggiungimento di un accordo e la definizione di nuove condizioni e richieste".

Hamas ha riaffermato il proprio impegno nei confronti di ciò che è stato concordato con i mediatori lo scorso 2 luglio, che si basa sulla dichiarazione di Biden (del 31 maggio) e sulla risoluzione del Consiglio di Sicurezza  (dell'11 giugno), e invita i mediatori ad assumersi le proprie responsabilità e a costringere l'occupazione ad accettarlo,  invitando inoltre l'amministrazione americana ad abbandonare la "politica di cieca parzialità nei confronti dei "criminali di guerra sionisti, e a togliere la copertura politica e militare alla guerra di sterminio condotta dall'esercito fascista di occupazione contro il popolo palestinese indifeso nella Striscia di Gaza".

Adesso, dopo aver rimescolato le carte ed essersi rimangiati ciò che avevano concordato più di un mese fa, la coppia di pagliacci Biden e Blinken dicono che Hamas deve accettare l'accordo e che il cessate il fuoco è solo nello loro mani, dimenticandosi però di aggiungere che neppure l'Egitto di al Sisi, cui il segretario di Stato USA ha fatto visita oggi al Cairo prima di volare in Qatar, vuole la presenza dell'esercito israeliano sulla linea di confine a Gaza. Curioso, tra l'altro, che Israele non abbia proposto il controllo di entrambi i corridoi ad una forza di pace multinazionale sotto l'ombrello delle Nazioni Unite. Il motivo è evidente: Israele non vuole ritirare il proprio esercito dalla Striscia e non vuole il cessate il fuoco.

L'amministrazione Biden sta mettendo in scena una pagliacciata ad uso e consumo delle necessità elettorali di Kamala Harris per consentirle di dire che è colpa di Hamas se non si è arrivati ad un cessate il fuoco a Gaza, giustificando poi il prosieguo del supporto militare al genocidario Stato ebraico con l'esigenza di difesa nel conflitto regionale che, inevitabilmente, esploderà.

Che Biden, Blinken, Harris avessero uno stomaco forte per riuscire a digerire le loro porcate era già evidente da tempo... ma non tutti i loro elettori sono dei cretini e, pertanto, sarà interessante vedere quanto peserà la loro complicità nel genocidio in atto a Gaza sul risultato del partito democratico alle prossime presidenziali. Tra l'altro una complicità che elettoralmente non paga, visto che gli ebrei sionisti, nazionalisti di estrema destra, voteranno sicuramente un fascista fuori di testa come Trump.

In questa vicenda c'è anche un grande assente, l'Europa... assente con i suoi singoli Stati e assente come Unione, con la von der Leyen che, dopo aver offerto la sua solidarietà a Netanyahu, del genocidio dei palestinesi non ne ha più parlato... è la stessa von der Leyen che per i 400 ucraini assassinati a Bucha si è talmente sconvolta che una volta gli si è addirittura scomposta la sua laccatissima e imperturbabile capigliatura, mentre i 40mila palestinesi assassinati a Gaza non le hanno suggerito alcuna parola di condanna contro il morale esercito dello Stato ebraico. 

La conseguente domanda a commento di tutto questo è perché uno Stato canaglia come Israele dovrebbe interrompere le sue politiche di genocidio e apartheid, evidentemente utili al proprio benessere, se non ne patisce alcuna conseguenza?




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