«La sua salvezza non è magica, ma è una salvezza "paziente", cioè comporta la pazienza dell'amore, che si fa carico dell'iniquità e le toglie il potere. La pazienza dell'amore: l'amore ci fa pazienti. Tante volte perdiamo la pazienza. Anche io, e chiedo scusa per il cattivo esempio di ieri. Per questo contemplando il Presepe noi vediamo, con gli occhi della fede, il mondo rinnovato, liberato dal dominio del male e posto sotto la signoria regale di Cristo, il Bambino che giace nella mangiatoia».
Questo un passaggio del discorso del Papa in occasione del primo Angelus del 2020, per la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio.
Il riferimento di Papa Francesco e le sue parole di scusa - come ha spiegato la stampa vaticana - riguardano l'episodio di ieri pomeriggio, durante la visita al presepe in Piazza San Pietro, al termine dei Vespri, riportato anche su questo sito. Al momento dei saluti ai fedeli, "una donna lo ha strattonato provocandogli un forte dolore al braccio al quale il Papa ha reagito con un gesto di impazienza per liberarsi dalla stretta".
Nell'omelia, durante la Messa odierna, il Papa aveva ricordato che «ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna», oltre alla necessità di tutelare la sua dignità e soprattutto includere la donna nei processi decisionali perché una sua conquista «è una conquista per l'umanità intera».
Inoltre, il Papa aveva detto anche che «se vogliamo un mondo migliore, che sia casa di pace e non cortile di guerra, ci stia a cuore la dignità di ogni donna. Dalla donna è nato il Principe della pace. La donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali. Perché quando le donne possono trasmettere i loro doni, il mondo si ritrova più unito e più in pace. Perciò, una conquista per la donna è una conquista per l'umanità intera».
Un memento non casuale, visto che il 1 gennaio la Chiesa celebra anche la 53.ma Giornata mondiale della pace, come Francesco ha ricordato anche in conclusione all'Angelus, incoraggiando tutte le iniziative per la pace promosse da associazioni e movimenti ecclesiali, oltre ai volontari che con coraggio sono presenti nei luoghi dove pace e giustizia sono più minacciate, e ai militari in missione di pace, augurando loro di «non smettere mai di sperare in un mondo di pace».
Auguri di pace che il Papa, naturalmente, ha rivolto anche ai presenti in piazza San Pietro e a tutti coloro che lo stavano ascoltando attraverso i media.