Il 31 dicembre, la città di Pesaro si è trasformata in un simbolo di speranza e resistenza alla violenza con la Marcia Nazionale per la Pace. Centinaia di persone, nonostante il freddo, hanno camminato fianco a fianco per riaffermare l'importanza della pace in un periodo storico in cui la guerra purtroppo si riaffaccia con sempre maggiore prepotenza.

La marcia, iniziata alle ore 16 presso l'anfiteatro del Parco Mirafiore, si è conclusa con la celebrazione della messa delle 21, presieduta dall'Arcivescovo di Pesaro, Mons. Sandro Salvucci. Un evento, scandito da tappe significative, che ha rappresentato non solo un gesto di testimonianza, ma anche un percorso di crescita spirituale e comunitaria per i partecipanti.

Ogni tappa della marcia è stata pensata per affrontare un tema cruciale nella costruzione della pace: perdono, debito e disarmo. Questi valori, fondamentali per abbattere le barriere che dividono i popoli e per aprire nuove vie di dialogo, sono stati al centro delle riflessioni e degli interventi che hanno arricchito la giornata.

Al Monumento della Resistenza in Viale XXIV Maggio, è stato celebrato il perdono, un valore che invita a riconciliare le divisioni e a ricostruire relazioni su basi più solide.

La Chiesa di Santa Maria del Porto è stata il luogo simbolico scelto per discutere il tema del debito, inteso sia come giustizia economica che come responsabilità morale verso i più deboli.

La Sfera Grande in Piazzale della Libertà ha rappresentato la tappa del disarmo, fulcro delle riflessioni, un richiamo urgente a liberarsi dalla logica delle armi e a investire invece sulla cultura della pace.

A rendere speciale la marcia sono state anche le associazioni che hanno organizzato e preso parte all'evento, portando con sé messaggi di solidarietà e fratellanza: la Comunità Educanti con i Carcerati della Comunità Papa Giovanni XXIII, la Peace Walking Man Foundation e Pax Christi.

Le bandiere della pace, portate con orgoglio dai partecipanti, hanno trasformato le strade di Pesaro in un mosaico di colori e speranza. Tra fedeli e laici, giovani e anziani, ciascuno ha voluto lasciare il proprio segno in questa giornata storica, dimostrando che il desiderio di pace trascende le differenze. Pesaro, con il suo anfiteatro, le sue piazze e i suoi monumenti, è diventata il palcoscenico di un messaggio universale: la pace è possibile, ma richiede il contributo di ciascuno.

Come ha sottolineato Mons. Salvucci durante la celebrazione conclusiva, "la pace non è un'utopia, ma una scelta concreta che ognuno di noi può fare, ogni giorno".



Crediti immagine: @MicheleRedaelliPesaro