Come previsto il Berec (Body of European Regulators for Electronic Communications), l'organismo europeo per il controllo del settore delle telecomunicazioni, ha reso note ieri le linee guida per la corretta interpretazione della normativa UE relativa alla neutralità di Internet.
Da una prima lettura del documento e dal disappunto manifestato dei più grossi operatori di telecomunicazioni, chi era preoccupato per la neutralità della rete può ritenersi, se non pienamente, almeno ragionevolmente soddisfatto.
Sicuramente è stato confermato quello che da molti è ritenuto il principio fondamentale: gli Internet provider sono tenuti a far transitare attraverso le loro reti tutti i dati alle stesse condizioni e con la stessa priorità, indipendentemente dall'origine, dalla destinazione e dal contenuto. Questo allo scopo di assicurare assoluta concorrenzialità fra i servizi online, a garanzia dell'innovazione e della libertà d'espressione.
Gli aspetti sui quali il Berec era stato chiamato a fare chiarezza sono tre: servizi specializzati, gestione del traffico e zero-rating. Vediamo punto per punto quello che è stato stabilito.
Servizi Specializzati
C'era il pericolo che venissero considerati servizi specializzati anche quelli di operatori privati come Netflix o Spotify, che, richiedendo una maggiore qualità di trasmissione, avrebbero potuto pagare gli Internet provider per ottenerla. Questo non sarà consentito, come non lo sarà la vendita a prezzi più alti, da parte degli operatori, di pacchetti che permettano una migliore fruizione di servizi particolari, come quelli di streaming.
Trattamenti particolari per servizi realmente specializzati, come la telemedicina, sono possibili, ma ad essi dovrà essere riservata una struttura di rete separata e non dovranno consumare la banda a disposizione dei normali utenti.
Gestione del Traffico
Il Berec ha stabilito che i provider non possono monitorare il traffico e valutare quanto un contenuto, un servizio o un'applicazione siano importanti, legali o morali. Solo nel caso di congestione della rete, sono consentiti interventi speciali, che non possono, tuttavia, prolungarsi nel tempo. Infatti, l'unica possibilità per una perdurante congestione del traffico è l'ampliamento delle infrastrutture di rete.
Bisognerà vedere come queste norme saranno concretamente messe in pratica. Gli operatori di telecomunicazioni si erano già espressi in proposito, facendo sapere che, nel caso di norme più vincolanti in termini di neutralità, avrebbero ritardato l'espansione della rete 5G.
Zero Rating
Offerte del tipo zero rating saranno teoricamente possibili, ma dovranno essere valutate caso per caso dagli organismi di controllo dei singoli paesi e, nel caso dell'Italia, il compito spetterebbe all'AGCOM. Potrebbe accadere che una stessa offerta fosse consentita in un paese e proibita in un altro. L'esempio classico è quello di un abbonamento premium a Spotify, che non incide sul consumo del traffico dati.
L'ammissibilità di offerte zero rating deve prendere, però, in considerazione anche altri fattori, come la posizione di mercato del provider che la propone e quella del servizio oggetto dell'offerta. Gli obiettivi principali devono restare, secondo il Berec, quelli di non uccidere la concorrenza e di non limitare le scelte degli utilizzatori della rete.
I promotori dell'iniziativa Salva Internet, che ha raccolto oltre 500 mila firma a sostegno dlla neutralità della rete, si sono dichiarati soddisfatti e ritengono il documento del Berec "un gigantesco passo avanti per il mantenimento della libertà su Internet".
Meno entusiasti, gli operatori di telecomunicazioni che da una minore neutralità avrebbero ottenuto maggiori guadagni. A tal proposito un portavoce di Telefonica ha dichiarato che le linee guida del Berec contrastano con l'idea di mercato (NdR. fortunatamente) e ostacolano l'innovazione e lo sviluppo delle infrastrutture di rete europee a larga banda.