Oggi è un giorno molto importante per il futuro di Internet in Europa. Sarà detta una parola definitiva sulla neutralità della rete all'interno dell'Unione.
A farlo sarà il Berec (Body of European Regulators for Electronic Communications), il consiglio dei regolatori del settore delle telecomunicazioni, che è stato chiamato a definire le linee guida per la corretta interpretazione della normativa dell'Unione Europea sulla neutralità della rete dell'autunno scorso.
Il contenuto della norma, duramente criticato da molte associazioni per la difesa dei diritti dei consumatori, è stata formulato in maniera talmente ambigua, da consentire molteplici interpretazioni, permettendo a chiunque di operare nella più totale anarchia.
La neutralità della rete è, o dovrebbe essere, uno dei principi fondamentali di Internet. E' quello in base al quale gli Internet provider sono tenuti a far transitare tutti i dati a parità di condizioni, a prescindere dalla loro origine, dalla loro destinazione e dalla loro tipologia.
Tre sono sostanzialmente i punti su cui il Berec dovrà fare chiarezza.
Zero Rating
Riguarda in particolare gli operatori di telefonia mobile e consiste nel non far pagare (prezzo zero) il traffico dati relativo ad una particolare applicazione o gruppo di applicazioni. Un operatore, per esempio, può decidere che l'accesso a Facebook o a Spotify non incide sul consumo del traffico dati o, in alternativa, applicare una tariffa agevolata. Quello che ha fatto Vodafone questa estate quando ha messo in listino un'offerta per accedere a tutti i social network a soli 5 euro.
Servizi Specializzati
Si tratta di un traffico dati diverso rispetto al normale accesso a Internet. Riguarda applicazioni o servizi particolari, la cui trasmissione richiede un alto livello qualitativo. A titolo di esempio, si possono citare interventi chirurgici a distanza, trasmissioni televisive in diretta oppure chiamate vocali in alta qualità.
Gestione del Traffico
Come è noto il traffico Internet viaggia attraverso un'intricata maglia di reti intermedie collegate fra loro attraverso dei router che provvedono all'instradamento. I router possono essere programmati in modo che chi prima arriva prima sia instradato in modo paritario, senza che sia fatta nessuna preferenza, oppure in modo da favorire una determinata tipologia di traffico, selezionato sulla base dell'indirizzo di origine, quello di destinazione o sul tipo di contenuto. Ad esempio, Netflix potrebbe pagare gli Internet provider per avere una priorità di trasmissione e garantire ai suoi utenti una visione migliore dei suoi programmi.
E' facilmente intuibile quali potrebbero essere le conseguenze. Innanzitutto, Internet finirebbe nelle mani dei colossi della rete, più di quanto non lo sia già attualmente. Sarebbero loro, infatti, gli unici in grado di pagarsi un accesso privilegiato e, comprensibilmente, gli operatori di telecomunicazioni si sono pronunciati favorevolmente in merito all'adozione di questi principi.
A quel punto, potremo dire definitivamente addio a Internet come strumento di democrazia, utilizzabile da tutti per manifestare liberamente la loro opinione. Sicuramente potrete continuare a dire la vostra sulle pagine del blog, ma a leggervi saranno in pochi, se ad accedervi si impiegherà una vita.
Ma ci saranno anche altre conseguenze negative, meno facilmente intuibili, ma dannose per il consumatore. Innanzitutto, aumenterà il traffico sulla rete, perché vi dovranno transitare pacchetti aggiuntivi indispensabili agli operatori per discriminare nella gestione del traffico. Questo potrà rallentare l'accesso a Internet, un problema non trascurabile soprattutto in quei paesi, come l'Italia, dove c'è una scarsissima disponibilità di banda.
Per non parlare, poi, delle innumerevoli offerte che gli operatori mobili proporranno ai loro utenti per il traffico dati e tra le quali sarà un'impresa riuscire a districarsi. E in questi casi non è mai il consumatore a trarne vantaggio.
Questo spiega la mobilitazione che si è creata nel tentativo di riuscire a tutelare la neutralità della rete. L'iniziativa Salva Internet ha raccolto fino ad oggi oltre 500 mila adesioni.
Il sito di Politico Europe ha pubblicato un documento che dovrebbe contenere le linee guida che saranno rese note ufficialmente nel pomeriggio di oggi dal Berec. Di buono c'è una clausola che fa ben sperare ed è quella che impone il rispetto di alcuni diritti fondamentali, quali la tutela dei consumatori, la protezione dei dati, la libertà di opinione e di informazione e l'obbligo di non discriminazione. Vediamo…