Lo Scottish National Party, il 12 dicembre, ha ottenuto 13 seggi in più rispetto al voto delle precedenti politiche, guadagnando 48 dei 59 seggi assegnati alla Scozia, strappandone 7 ai conservatori e 6 ai laburisti.

Adesso, Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese e leader dello SNP, vuole "passare all'incasso" e ha già parlato con Jonhson anticipandogli che chiederà che si celebri un nuovo referendum per l'indipendenza della Scozia.

La risposta di Johnson? Al telefono ha detto alla Sturgeon di essere contrario e di essere dalla parte degli scozzesi che non vogliono divisioni e incertezze.

Una posizione alquanto sorprendente, se non paradossale, per uno che ha sostenuto l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, promuovendo incertezza reale per il futuro economico del Paese, al momento mascherata con fake news su mitici e migliori accordi commerciali con il resto del mondo e la salvaguardia dei posti di lavoro per britannici doc.

Michael Gove, cancelliere del Ducato di Lancaster, ha ribadito la posizione del premier, dichiarando che il risultato del precedente referendum del 2014 dovrebbe valere per "una generazione".

"In queste ultime elezioni - ha detto Gove - abbiamo appena visto cosa succede quando i politici cercano di ribaltare il risultato di un referendum e allo stesso modo dovremmo rispettare il risultato del referendum del 2014 in Scozia.

La Scozia è più forte all'interno del Regno Unito, consentendo, a chi ne è cittadino, di essere orgogliosamente scozzese e orgogliosamente britannico allo stesso tempo.

La cosa migliore di questo Paese sono le istituzioni come il SSN e la BBC... dovremmo essere orgogliosi di ciò che abbiamo raggiunto insieme e avere fiducia che il Regno Unito sia una partnership solida che funzioni nell'interesse di tutti".

Insomma... la retorica opposta alla logica. Ma per capire di cosa si sta parlando, ecco le ultime dichiarazioni pubbliche della Sturgeon.

"Venerdì sera, al telefono, ho detto a Johnson che se pensa che dire no al referendum sia la fine della questione, allora si sbaglia e di grosso.

È un punto fondamentale della democrazia: non puoi tenere la Scozia nel Regno Unito contro la sua volontà. Non puoi chiuderci in un armadio, girare la chiave e sperare che tutto passi.

Se il Regno Unito deve continuare ad esistere così come è adesso, può accadere solo tramite la volontà popolare. Se Boris Johnson ha fiducia che il Regno Unito possa continuare, allora non deve preoccuparsi di sostenere un referendum e dare alle persone la possibilità di decidere.

La Scozia non può essere imprigionata nel Regno Unito contro la propria volontà. Questa è la base della democrazia.

Se i conservatori cercheranno di bloccare la volontà di poter decidere da parte del popolo scozzese, maggiore sarà il disprezzo che loro manifesteranno nei confronti della democrazia scozzese, facendo così aumentare il numero di coloro che sostengono la causa dell'indipendenza della Scozia... in un certo senso, finiranno per fare il lavoro al posto mio.

Il mio mandato è supportato sia da coloro che pensano che la Scozia debba essere indipendente, sia da coloro che vogliono che la Scozia possa decidere di scegliere il proprio futuro".


Va ricordato che il referendum del 2014 sull'indipendenza della Scozia fu celebrato quando il Regno Unito era ancora all'interno dell'Unione europea. Il risultato di quel referendum fu condizionato dal fatto che la Scozia, uscendo dal Regno Unito, sarebbe uscita anche dall'Unione europea senza avere alcuna garanzia che il Consiglio europeo la potesse accettare come futuro membro. Adesso la situazione si è completamente ribaltata ed il referendum chiesto dalla Scozia è più che logico e legittimo. Ignorare questa richiesta non potrà eliminare il "problema".