Presso l'auditorium in via della Conciliazione, si è tenuta a Roma l'assemblea 2016 della Confcommercio con la relazione del presidente Sangalli, l'intervento del presidente del Consiglio Renzi ed il messaggio del presidente della Repubblica Mattarella.

Per Sangalli, la ripresa già annunciata un anno fa si è realizzata solo in parte: «In 12 mesi, in Italia, occupazione, consumi, produzione, fiducia, credito hanno seguito un andamento altalenante non riuscendo ad imprimere alla ripresa un cambio di passo. Anche il dato di aprile del nostro indicatore sui consumi, pure positivo, non contribuisce a diradare la nebbia che avvolge ancora le possibilità di crescita dell'economia italiana».

Più o meo dello stesso tenore il giudizio di Mattarella: «L'Italia sta gradualmente ripartendo: i segnali di riavvio dell'economia, seppur ancora contenuti e soggetti a incertezza, sono sostenuti dalla domanda interna, che evidenzia l'importanza dei consumi delle famiglie. In questo quadro, è cruciale la ripresa degli investimenti produttivi da parte delle aziende per consolidare la crescita e aumentare il livello dell'occupazione: una priorità indifferibile e un dovere verso le giovani generazioni».

Per quanto riguarda Renzi, ha rivendicato il "merito", nel passato, di non aver aumentato l'Iva da quando è al governo e che non lo farà neanche in futuro, nel prossimo anno, anche per favorire la crescita. Inoltre ha rivendicato la bontà delle proprie riforme, a prtire dal Jobs Act «che non permette di licenziare, ma di assumere», anche se l'aumento dei posti a tempo indeterminato, definiti come record storico (!), «non riguardano i lavoratori autonomi e le piccole medie imprese, come quelle rappresentate da Confcommercio».

Infine, per elogiare le proprie scelte di governo Renzi ha anche elogiato gli 80 euro... ed è stato subissato dai fischi. Ma lui, come ci ha abituato da tempo, non si è certo lasciato intimidire ed ha subito risposto: «Che gli 80 euro non fossero apprezzati da voi lo sapevamo da tempo. Ma che gli 80 euro fossero una misura di giustizia sociale verso della gente che non arrivava a guadagnare nemmeno 1500 euro al mese lo rivendico con forza e non mi farete cambiare idea».

Volendo essere pignoli, quando si parla di giustizia sociale, gli interventi si dovrebbero fare a partire da 0 euro a salire, anche per evitare poi a chi non guadagna molto di restituire i soldi indietro nel caso in cui non riesca più, qualunque sia il motivo, ad avere uno stipendio minimo sufficiente per accedere al bonus.

Ma questo deve essere un concetto di giustizia sociale ormai datato. Evidentemente, nel mondo 2.0 di Renzi c'è uno scalino di partenza che non prevede l'esistenza di alcune persone.