"Credo che questa resti un'enorme preoccupazione", ha detto ai giornalisti a Ginevra il Chief Scientist dell'OMS, Jeremy Farrar, dopo che una persona in Texas è risultata positiva all'influenza aviaria, dopo esser rimasta infettata dai bovini da latte dell'azienda in cui lavorava. La variante A(H5N1), pertanto, è diventata "una pandemia animale zoonotica globale", ha dichiarato Farrar.

"La grande preoccupazione ovviamente è che... infettando anatre e polli e poi sempre più mammiferi, il virus ora si evolva e sviluppi la capacità di infettare gli esseri umani e quindi, in modo critico, la capacità di passare da uomo a uomo", ha aggiunto.

Finora non ci sono prove che l’H5N1 si stia diffondendo tra gli esseri umani. Ma nelle centinaia di casi in cui gli esseri umani sono stati infettati attraverso il contatto con animali negli ultimi 20 anni, "il tasso di mortalità è straordinariamente alto", ha ricordato Farrar, a causa del fatto che gli esseri umani non hanno un'immunità naturale al virus.

Secondo l’OMS, dal 2003 al 2024 sono stati segnalati 889 casi e 463 decessi causati dall’H5N1 in tutto il mondo in base alle segnalazioni di 23 paesi, portando il tasso di mortalità al 52%.

Il recente caso statunitense di infezione umana dopo il contatto con un mammifero infetto evidenzia l’aumento del rischio. Quando "si entra nella popolazione dei mammiferi, allora ci si avvicina agli esseri umani", ha detto Farrar, avvertendo che "questo virus sta solo cercando sempre più nuovi ospiti".

Farrar ha chiesto un maggiore monitoraggio, affermando che è "molto importante capire quante infezioni umane si stanno verificando... perché è lì che avverrà l'adattamento [del virus]. È una cosa tragica da dire, ma se vengo infettato dall'H5N1 e muoio, la cosa finirà lì", ha detto. "Se vado in giro per la comunità e lo diffondo a qualcun altro, allora si avvia il ciclo".

Ha affermato che sono in corso sforzi per lo sviluppo di vaccini e terapie per l'H5N1 e ha sottolineato la necessità di garantire che le autorità sanitarie regionali e nazionali di tutto il mondo abbiano la capacità di diagnosticare il virus.


Fonte: The Guardian