Nel pieno rispetto dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura ungherese, Palazzo Chigi ha fatto trapelare alla stampa che la premier Meloni ha portato all'attenzione di Orban il caso di Ilaria Salis, l'attivista italiana detenuta in Ungheria da un anno con l'accusa di aver aggredito due neonazisti, dopo una manifestazione che si era tenuta a Budapest. Positivo il commento di Roberto Salis, padre di Ilaria, che ha definito la telefonata tra Meloni e Orban "un'ottima notizia".

L'ottima notizia è arrivata dopo che da mesi Roberto Salis aveva cercato di portare all'attenzione delle istituzioni italiane, sia locali (ambasciata italiana in Ungheria) che nazionali, il caso di sua figlia arrestata con accuse tutte da dimostrare e detenuta per mesi in condizioni durissime all'interno del Servizio carcerario ungherese, che si è giustificato così:

"Nel nostro paese la legislazione in materia e diversi protocolli professionali regolano le condizioni di detenzione con norme rigorose. La presenza dei ratti è una bugia, i penitenziari rispettano elevati standard igienici, ma una prigione è una prigione perché non fornisce i servizi di un albergo 5 stelle".

Poco o nulla era accaduto. Ci sono volute le immagini del suo arrivo in aula per la prima udienza del processo in cui Ilaria Salis è imputata, legata mani e piede e tenuta al guinzaglio con una catena, per far decidere i ministri del (post) fascismo a darsi da fare nei confronti dell'alleato ungherese, affinché metta in atto le regole che il suo Stato dovrebbe far rispettare come membro dell'Unione europea.

E viste le dimensioni dell'indignazione montante e dilagante nell'opinione pubblica italiana, alla fine anche Meloni è stata costretta a far sapere alle agenzie di stampa di essersi interessata della vicenda e di aver contattato a tal proposito il suo nume tutelare, l'ispiratore delle sue politiche, il caro amico e alleato Viktor Orban per... evitare di peggiorare la figura di... palta finora da lei fatta, in quanto sola protettrice degli italiani e dei loro interessi (diritti compresi).

Ilaria Salis, oggi riceverà la visita dei suoi genitori, che venerdì incontreranno a Roma il presidente del Senato Ignazio La Russa.  Intanto, il collegio dei garanti dei detenuti fa sapere di aver intenzione di esercitare nei confronti dell'Ue e dell'Ungheria le proprie attribuzioni e prerogative di meccanismo nazionale di prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani e degradanti. 

Domani, giovedì 1 febbraio, Meloni si recherà a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario, organizzato per discutere della revisione intermedia del bilancio dell'UE per il periodo 2021-2027, compreso il sostegno all'Ucraina, a cui il suo amico e alleato ungherese si è finora strenuamente opposto.

I giornalisti l'attenderanno al varco per sapere quali garanzie avrà ottenuto da Orban in relazione al caso Salis e qual è il giudizio su come il suo caro amico intende il rispetto dei diritti umani, compresi quelli dei detenuti. L'imbarazzo è in agguato dietro l'angolo.