Riprendendo quanto già aveva in parte annunciato ieri sera il presidente Zelensky nel solito rapporto di fine giornata alla nazione sull'andamento della guerra, questa mattina il vice ministro della Difesa Hanna Maliar ha dichiarato che le truppe ucraine sono avanzate nell'oblast di Zaporizhzhia in direzione di Berdiansk e nell'oblast di Donetsk in direzione di Bakhmut e Toretsk.

I soldati ucraini a sud sono avanzati di circa un chilometro, liberando un'area di 3 chilometri quadrati. A est, invece, i progressi sono nell'ordine di qualche centinaio di metri.

I guadagni possono sembrare risibili, ma va ricordato che gli ostacoli da affrontare sono innumerevoli: campi minati, fossati anticarro e continui contrattacchi da parte dei russi, che fanno uso di droni kamikaze e missili guidati anticarro (ATGM).

L'11 giugno, la stessa Maliar aveva riferito che nell'ultima settimana le forze ucraine erano avanzate di 6,5 chilometri, riconquistando 90 chilometri quadrati di territorio e liberando sette insediamenti.

Anche quando è stata liberata l'area sulla sponda occidentale dell'oblast di Kherson, i progressi sono stati costanti, ma lenti. Pertanto, se la controffensiva di Kiev dovesse avere successo, i frutti si concretizzeranno in un arco di tempo quantificabile non in settimane, bensì in mesi... a meno di un improvviso crollo militare dei russi, che al momento non sembra prevedibile.

Ieri, in una intervista a USA Today, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha dichiarato che l'Ucraina sta già guadagnando terreno, sebbene la controffensiva sia nelle sue fasi iniziali:

"Dobbiamo essere coscienti che questa offensiva sarà sanguinosa e difficile", ha detto Stoltenberg. "I russi hanno avuto tempo di costruire linee difensive piuttosto importanti e superarle è un compito impegnativo".

La tanto attesa controffensiva è considerata come un punto di svolta cruciale per l'Ucraina, in cerca di riprendere il controllo del proprio territorio anche per evitare future pressioni per fare concessioni alla Russia durante i negoziati.

Per quanto riguarda la fornitura di armi a supporto di Kiev, il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha detto che da luglio continuerà ad inviare a Kiev i carri armati Leopard 1A5 riparati, il cui numero, entro fine anno supererà il centinaio. Sempre in relazione agli armamenti, anche negli Stati Uniti, secondo il WSJ, adesso pare che l'invio di munizioni all'uranio impoverito non sia più da considerare un tabù.