Sul fronte giustizia, l'inizio di settimana non è stato positivo per il candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump.

Il giudice Juan Merchan, cui si era rivolto un mese fa, ha respinto la richiesta con cui Trump chiedeva di non far testimoniare Michael Cohen e Stormy Daniels nel prossimo processo - di natura penale - che lo vede sul banco degli imputati per aver utilizzato non correttamente parte dei fondi raccolti per la campagna elettorale per le presidenziali del 2016, dove il tycoon incaricò l'allora suo avvocato Cohen di pagare la pornostar Daniels, perché non rivelasse la relazione avuta con lei.

Trump, in quel processo, dovrà difendersi da 34 capi d'imputazione collegati alle modalità con cui ha cercato di non far venire alla luce la storia con Stormy Daniels.

E come se questo non fosse già un problema, Trump deve trovare entro pochi giorni una fidejussione che possa garantire la riscossione di 454 milioni di dollari, cifra relativa alla sentenza civile con cui un tribunale di New York lo ha condannato per frode. Il guaio è che nessun istituto finanziario/assicurativo è disposto a fargli da garante per tale cifra: l'ex presidente può offrire solo le proprie proprietà immobiliari, che però non sembrano interessare.

La fidejussione è stata richiesta dal giudice Arthur Engoron finché sulla vicenda non si sarà espresso il tribunale di appello a seguito del ricorso presentato da Trump. Se la fidejussione non sarà presentata, il giudice potrebbe chiedere un sequestro dei beni.

Trump, a marzo, ha emesso un'obbligazione da 91,6 milioni di dollari per soddisfare un verdetto di diffamazione da 83,3 milioni di dollari nei confronti della scrittrice E. Jean Carroll per averla  etichettata come bugiarda dopo che lei lo aveva accusato di averla violentata decenni fa.