«Sono Davide Trentini, sono qui in Svizzera per porre fine a tutti miei dolori. Sono malato di sclerosi multipla, ho provato di tutto, niente è riuscito a far niente. Riesco a star meglio solo perché la Regione Toscana da circa due anni mi dà la marijuana che mi fa sparire completamente gli spasmi.»

Questo il video pubblicato dall'Associazione Luca coscioni in occasione della Giornata Mondiale della Cannabis con la testimonianza rilasciata da Davide Trentini prima di ricorrere al suicidio assistito in Svizzera, a supporto della battaglia per la Legalizzazione della Cannabis.

Giovedì 20 aprile, in Piazzale Duca D'Aosta a Milano, si è tenuta una "SEMINA PROIBITA" pubblica promossa da Associazione Luca Coscioni insieme a Legalizziamo, Radicali italiani, Associazione Enzo Tortora - Radicali Milano, a cui hanno preso parte Marco CAPPATO, Tesoriere Associazione Luca Coscioni; Antonella SOLDO, Presidente di Radicali italiani; Barbara BONVICINI, Segretaria dell'associazione Enzo Tortora - Radicali Milano.

L'azione, come già annunciato, ha previsto la distribuzione ai cittadini (con istigazione alla coltivazione) di semi di cannabis, la semina pubblica e la possibilità di iscriversi al "Radical cannabis club".

Questo è quanto hanno dichiarato i promotori: «L'azione è rivolta sia al Parlamento che continua a tenere bloccato l'esame della legge per regolamentare la cannabis e da quasi sei mesi il conteggio delle firme sulla proposta di iniziativa popolare di "Legalizziamo!", che al Consiglio regionale della Lombardia che rifiuta di prendere in esame la proposta di legge di iniziativa popolare regionale sulla cannabis terapeutica.”

Marco Cappato, Tesoriere Associazione Luca Coscioni, ha inoltre aggiunto: «La Digos ha fatto correttamente il suo dovere. Ci scusiamo per avere occupato per un'ora le forze dell'ordine, ma il nostro obiettivo è di liberarli in futuro da un inutile carico perché si occupino di reprimere i veri crimini che danneggiano i cittadini. Siamo nelle ultime settimane utili perché il Parlamento riprenda la discussione della legge sulla cannabis, altrimenti dovremo attendere altri due o tre anni per farlo, essendo vicina la fine della legislatura. Non pretendiamo che il Parlamento sia d'accordo al 100% con noi, ma pretendiamo un'assunzione di responsabilità.»