Si è espressa questo lunedì la Corte d'Assise di Taranto sul disastro ambientale di cui è stata vittima la città pugliese negli anni di gestione dell'ex Ilva da parte della famiglia Riva.

Queste le sentenze a conclusione del processo "Ambiente svenduto".

22 anni di reclusione a Fabio Riva e 20 anni a Nicola Riva. L'accusa aveva chiesto 28 anni per il primo e 25 anni per l'altro fratello Riva.

Oltre a quelle per la proprietà, condanne pesanti anche per alcuni dirigenti. Così, l'ex responsabile delle relazione istituzionali Girolamo Archinà è stato condannato a 21 anni e 6 mesi di carcere, mentre una condanna a 21 anni è stata inflitta all'ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso

Tra gli oltre 40 imputati figurava anche l'ex governatore della Puglia, Nichi Vendola accusato di concussione aggravata,  condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Tre anni  inflitti anche all'ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, accusato di tentata concussione. 

Questo il commento di Vendola a seguito della sentenza, pronunciata dopo 11 giorni di camera di consiglio:"Mi ribello ad una giustizia che calpesta la verità - ha detto Nichi Vendola dopo la sentenza -. E' come vivere in un mondo capovolto, dove chi ha operato per il bene di Taranto viene condannato senza l'ombra di una prova. Una mostruosità giuridica avallata da una giuria popolare colpisce noi, quelli che dai Riva non hanno preso mai un soldo, che hanno scoperchiato la fabbrica, che hanno imposto leggi all'avanguardia contro i veleni industriali. Appelleremo questa sentenza, anche perché essa rappresenta l'ennesima prova di una giustizia profondamente malata" (fonte Ansa).