"Sotto la mia guida, Israele non accetterà mai alcun tentativo da parte della Corte penale internazionale dell'Aja di minare il suo diritto fondamentale alla difesa. Anche se le decisioni prese dal tribunale dell'Aia non influenzeranno le scelte di Israele, creeranno però un pericoloso precedente che costituirà una minaccia per soldati e personalità investite di incarichi pubblici".

Questo è quanto ha affermato Netanyahu su Telegram dopo che uno dei principali notiziari televisivi israeliani, Channel 12, ha riferito della possibilità molto concreta che nei prossimi giorni la CPI emetterà dei mandati di arresto internazionali contro  il premier israeliano, il ministro della Difesa Gallant e il capo di stato maggiore generale dell'IDF Halevy, per la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza a seguito di quanto accaduto il 7 ottobre. Non va dimenticato che nella stessa occasione la CPI, quasi sicuramente, potrebbe emettere dei provvedimenti anche nei confronti dei vertici dei movimenti di resistenza palestinese che hanno organizzato l'attacco nel sud di Israele.

Al di là delle dichiarazioni "da ganassa", Netanyahu è seriamente preoccupato per le notizie che potrebbero arrivare dall'Aja, tanto che i media israeliani raccontano che in queste ore sarebbe incollato al telefono per raccomandarsi con Washington perché faccia pressioni sulla CPI, in modo che non emetta il mandato di cattura.

Nonostante qualcuno si ostini a descrivere Israele come "perla di democrazia", lo Stato ebraico (idem gli Stati Uniti) si è sempre guardato bene dal riconoscere lo Statuto di Roma e la CPI. Quest'ultima, però, da qualche tempo ritiene di poter avere giurisdizione anche sulle persone (la CPI non persegue gli Stati ma le persone) di una nazione che non ne riconosca l'autorità. Pertanto, se nei confronti di Netanyahu dovesse essere emesso un ordine di cattura e il premier israeliano si recasse in Italia, le autorità del nostro Paese sarebbero obbligate ad eseguirlo.

Per questo, "Bibi" si starebbe raccomandando a chiunque perché l'ordine di cattura nei suoi confronti non venga emesso. Ovviamente, ci sono anche altre conseguenze e riguardano l'immagine di Israele, descritta, per l'appunto, come perla di democrazia, che sarebbe poi difficilmente difendibile, persino dalle lobby finanziate da Tel Aviv che finora hanno cercato di nascondere i crimini dello Stato ebraico accusando di antisemitismo chiunque li rendesse noti. 

I guai per Netanyahu, però, non finiscono qua. Infatti, anche dagli Stati Uniti, al di là della CPI, potrebbero arrivare sorprese non gradite. Infatti, come riporta Reuters in una sua esclusiva, alcuni funzionari del Dipartimento di Stato hanno informato il segretario Antony Blinken di non ritenere "credibili o affidabili" le rassicurazioni di Israele sull'uso di armi fornite dagli Stati Uniti in conformità con il diritto umanitario internazionale. La Reuters ha potuto esaminare la nota al riguardo del Dipartimento di Stato.

La nota fa parte di una documentazione interna in preparazione di un rapporto che dovrebbe essere presentato al presidente Joe Biden entro l'8 maggio. In base a un Memorandum sulla sicurezza nazionale licenziato dallo stesso Biden a febbraio, Blinken dovrà poi riferire al Congresso se ritenga credibili le rassicurazioni fornite da Israele che l'utilizzo delle armi fornite dagli Usa non sarebbe in violazione del diritto statunitense o internazionale.

A Blinken, gli uffici del suo Dipartimento che si occupano di Democrazia, Diritti Umani e Lavoro; Popolazione, rifugiati e migrazione; Giustizia penale globale e affari internazionali, congiuntamente, hanno sollevato "serie preoccupazioni per il mancato rispetto" del diritto internazionale umanitario nel modo in cui Israele ha condotto l'invasione a Gaza.

In base a cosa Blinken dirà al Congresso, per Biden (considerando anche le elezioni di novembre), sarebbe problematico continuare a spedire armi a Israele, e sicuramente armi offensive come le micidiali bombe da una tonnellata che hanno contribuito a radere al suolo edifici e infrastrutture in tutta Gaza.

Nei prossimi giorni, finalmente, si inizierà a rivelare al mondo cosa sia e cosa sia stato finora realmente lo Stato ebraico, che ha supportato ed esaltato i crimini dei propri coloni e del proprio esercito



Crediti immagine: Governo israeliano