"Ruolo della cultura nel contesto di un Mediterraneo conteso" il titolo del dibattito che venerdì avrebbe dovuto tenersi all'Università Federico II di Napoli, nell'Aula Magna Leopoldo Massimilla della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, presenti il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, e il rettore, Matteo Lorito.

L'evento "avrebbe" dovuto tenersi, ma non si è tenuto. Il motivo? Perché un gruppetto di studenti - purtroppo pochini - ha protestato per attirare l'attenzione sulla censura dei media italiani sul genocidio in atto a Gaza e sui rapporti con Israele degli atenei italiani. 

Queste le motivazioni della protesta, messa in atto con semplici slogan e non con atti di violenza, spiegata dal Collettivo Autorganizzato Universitario Napoli:

"VITTORIA DEGLI STUDENTI! SALTATA LA CONFERENZA DI MOLINARI ALLA FEDERICO IIOggi, nel polo d'ingegneria a piazzale Tecchio, noi studenti e studentesse abbiamo contestato una conferenza organizzata insieme al direttore de ‘La Repubblica' Maurizio Molinari, lo stesso che dal 7 Ottobre spinge su una propaganda sionista e distorta di quello che in realtà è un genocidio perpetrato da Israele nei confronti del popolo palestinese.Questa mattina siamo qui per denunciare la censura di media e giornali italiani, che oscurano la politica di sterminio di Israele, le sue brutali violenze e si ostinano a non divulgare immagini e racconti di un movimento internazionale che si sta opponendo al genocidio.Ma anche per gridare il nostro dissenso nei confronti del rettore della Federico II, che ancora una volta dimostra di schierarsi dalla parte di uno stato assassino, sostenendolo sul piano culturale ed economico tramite accordi che contribuiscono sistematicamente e attivamente nell'opera di pulizia etnica del popolo palestinese.Non accettiamo questa posizione di sottomissione alle strategie imperialiste e guerrafondaie di USA e NATO, a supporto di uno stato assassino in nome del profitto.È necessario rompere ogni tipo di accordo con Israele e boicottare ogni forma di sostegno al genocidio.Lo faremo a partire dalle Università, vogliamo le dimissioni del Rettore Lorito dalla Fondazione Med-Or (fondata da Leonardo S.p.A.) e che le università non siano luogo in cui fomentare l'ideologia di guerra.In ogni piazza, in ogni università e laddove sarà necessario, contesteremo chi avalla e sfrutta questo mercato di morte.Non lasceremo spazio ai sionisti e alla loro propaganda". 
C'è qualcosa di non vero nelle motivazioni sopra riassunte che poteva definire la protesta degli studenti sbagliata e inopportuna? No.  Pertanto hanno fatto benissimo a farla.

Naturalmente, è stata censurata in maniera bipartisan da (post) fascisti e non, che hanno dato il loro totale sostegno all'ebreo Molinari. Infatti, secondo i rappresentanti della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, e della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, sarebbe - in sostanza - questo il motivo della protesta:

"È inconcepibile e inaccettabile che l'Università Federico II sia stata costretta a cancellare una conferenza per le intimidazioni e la violenza di gruppo facinorosi contro il relatore, il direttore Maurizio Molinari, solo perché ebreo. Solo perché ancora cerca di agire responsabilmente come giornalista. Gli atenei sono o dovrebbero essere il luogo della tolleranza, dell'inclusione, della libertà di pensiero, del rispetto della persona. A Molinari va la nostra totale solidarietà e vicinanza. Se prevale l'antisemitismo è una sconfitta per tutti".

I sionisti locali, ipernazionalisti italiani di confessione ebraica, non perdono occasione per rappresentarsi vittime della qualunque, a supporto della loro inqualificabile arroganza che ieri ha sostenuto l'apartheid nei Territori Occupati e che oggi sostiene e applaude il genocidio a Gaza. Quali siano state le violenze di cui parlano non è dato sapere, come non è dato sapere perché il direttore Molinari non abbia voluto tenere l'evento. 

L'aspetto più comico della vicenda è poi il presunto attacco alla democrazia rappresentato dal fatto di aver impedito a Molinari di parlare! A parte il fatto che è stato lui a decidere di non parlare, il direttore di Repubblica ha un giornale in cui può dire e dice ciò che vuole tutti i giorni, quando non è presente sulle tv nazionali, praticamente a reti unificate, dove da mesi giustifica il massacro dei palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.

E se un gruppetto di studenti - purtroppo pochini - gli fa presente il proprio dissenso ecco che la vicenda diventa un atto anti-democratico, ovviamente antisemita... ci mancherebbe.

Questa la replica paternalistica del direttore di Repubblica:

"Con grande dispiacere oggi ho scelto di rinunciare alla conferenza in programma alla Università Federico II di Napoli sui temi del Mediterraneo, in considerazione dei rischi per la sicurezza del pubblico causati da un ristretto gruppo di manifestanti.Dopo aver annullato l'evento, ho proposto a questi manifestanti di incontrarli ed ascoltare le loro opinioni sulla guerra in corso in Medio Oriente e su qualsiasi altro tema avessero voluto ma purtroppo hanno rifiutato, dicendo che non erano interessati a incontrarmi e a parlarmi.Resto comunque aperto al dialogo con loro su qualsiasi tema, nel rigoroso rispetto della libertà di opinione garantita dalla Costituzione e del principio della libertà di informazione che, sin dalla fondazione, distingue il lavoro di Repubblica e di tutti i suoi giornalisti.La migliore risposta ad ogni forma di intolleranza è il rispetto per il prossimo".

Ecco che cosa afferma il direttore Molinari sul genocidio in atto a Gaza:

"Dai giorni successivi alla strage del 7 ottobre scorso ho intenzionalmente rifiutato di ricorrere al termine “genocidio” per definire la reazione di Israele al pogrom di Hamas [perché quello di Israele non è definibile pogrom e perché quella di Hamas non è definibile reazione ai precedenti pogrom di Israele? Non lo spiega, ndr]. A sollecitarmi affinché pronunci quella parola sono figli e amici cari, analisi approfondite e reportage strazianti: e, tuttavia, resto convinto che l'uso di quella espressione sia da evitare. E non per una ragione esclusivamente o principalmente di natura linguistica. La categoria di genocidio risponde a requisiti precisi e a circostanze rigorosamente definite e, dunque, va evocata — proprio per la sua terribile imponenza etica — solo quando effettivamente se ne verifichino le condizioni. Non per analogia, dunque, ma per la sua concreta e materiale ricorrenza.Conseguentemente, l'indeterminatezza e l'approssimazione nell'attribuire quell'etichetta, o il suo uso superficiale, producono l'effetto di sminuire il senso inappellabile del giudizio e la portata della condanna, fino alla banalizzazione. Se chiamiamo genocidio cose che non lo sono, rischiamo di non avere parole per definire ciò che davvero lo è (riferendosi ad un commento di Luigi Manconi su Repubblica)".

Peccato però che questi intellettualoni da sagra di paese (Molinari e Manconi) si dimentichino di riportare/ricordare l'articolo 2/c della Convenzione sul genocidio o l'articolo 6/c dello Statuto di Roma, che descrivono il genocidio annunciato in tv dal ministro della Difesa del governo Netanyahu, Yoav Gallant, successivamente messo in atto dall'esercito israeliano che ha impedito per settimane (e continua a farlo tutt'ora) l'arrivo di beni necessari alla sopravvivenza della popolazione palestinese imprigionata nella Striscia. E questo non ha nulla a che vedere con i bombardamenti indiscriminati messi in atto sui civili, con la distruzione degli edifici (compresi rifugi, scuole e ospedali), con lo spostamento forzato di 1,5 milioni di persone... da aggiungere all'accusa di genocidio!

E dato che il sostegno a Molinari - bipartisan, va sottolineato - è stato unanime, anche se solo sui media e tra i rappresentanti della politica, non poteva mancare anche quello dell'ipocrita Mattarella, che si è sentito in dovere di diffondere la seguente nota:

"Il Presidente della Repubblica ha chiamato al telefono il Direttore de La Repubblica, Maurizio Molinari, cui questa mattina è stato impedito di svolgere una conferenza in una sede universitaria, esprimendogli solidarietà. Il Presidente ha aggiunto che quel che vi è da bandire dalle Università è l'intolleranza, perché con l'Università è incompatibile chi pretende di imporre le proprie idee impedendo che possa manifestarle chi la pensa diversamente".

L'ipocrita Mattarella, per commemorare l'80° anniversario della distruzione di Cassino, oggi ha dichiarato:

"Ai confini d'Europa ... guerre terribili stanno spargendo altro sangue e distruggendo ogni remora posta a tutela della dignità degli esseri umani. Bisogna interrompere il ciclo drammatico di terrorismo, di violenza, di sopraffazione, che si autoalimenta e che vorrebbe perpetuarsi".

E chi sono i responsabili di tali guerre? Chi sono le vittime? Quante sono le vittime? Questo l'ipocrita Mattarella si è dimenticato di dirlo, magari per non rischiare di finire pure lui etichettato come antisemita. 

Purtroppo per Mattarella e per quei poveretti che pretendono di esser chiamati giornalisti e/o politici (spesso ricoprono gli stessi incarichi), in passato l'Italia ha avuto un vero presidente della Repubblica, un vero partigiano, Sandro Pertini (tutt'altro che ipocrita, lui!), che oggi - se fosse in vita - avrebbe ripetuto quello che usava dire in passato: 

"Libero fischio in libero Stato",

visto che nella Costituzione non c'è traccia di un articolo che vieti il dissenso, mentre l'articolo 21 sancisce la libertà di espressione, a prescindere dall'opinione che si vuole affermare. Impedire le contestazioni, invece, è un tratto caratterizzante del fascismo.