Lavinia Flavia Cassaro, durante una manifestazione antifascista contro un'iniziativa elettorale di CasaPound a Torino, fu ripresa e identificata, tramite alcuni video, mentre urlava contro i poliziotti frasi ingiuriose, come "dovete morire".

Al di fuori delle manifestazioni, Lavinia faceva la maestra e per tale motivo fu licenziata per "grave condotta" dall'Ufficio scolastico regionale del Piemonte. Lei fece ricorso contro il licenziamento.

In questi giorni è arrivata la sentenza del Tribunale di Torino che ha deciso di confermarne il licenziamento, condannandola pure a pagare le spese processuali.

In base a quanto indicato dal giudice nelle proprie motivazioni, poiché la scuola rappresenta "un mezzo per promuovere la crescita della persona in tutte le sue dimensioni" appare pertanto "evidente il contrasto tra le finalità educative e il ruolo dell'insegnante e l'atteggiamento incontrollato e offensivo nei confronti delle forze dell'ordine tenuto dall'insegnante. ...

I docenti hanno compiti non solo legati all'istruzione dei bambini e dei ragazzi, ma anche educativi e, per i docenti di scuola primaria, i compiti educativi sono ancora più marcati rispetto ai colleghi degli altri gradi scolastici: hanno a che fare con bambini che non hanno sviluppato un senso critico e sono quindi portati ad assorbire tutto ciò che viene trasmesso loro dall'insegnante, pertanto, un comportamento che violi le regole di civile convivenza e diffonda un senso disprezzo per lo Stato e i suoi comportamenti, tenuto dalla persona che dovrebbe essere modello di comportamento è ancora più grave".

Inoltre, il giudice ha ritenuto anche che tali comportamenti abbiano "portato grave pregiudizio alla scuola, alla pubblica amministrazione, agli alunni, alle famiglie".


Non si è lasciato sfuggire la notizia di quanto accaduto il ministro dell'Interno Matteo Salvini che sul proprio account Facebook l'ha commentata con questa frase, accompagnata da un "emoji" sorridente, tanto da far venir le lacrime: "La scuola italiana non sarà più la stessa".

È lo stesso ministro che prima di essere stato "salvato" da un processo per sequestro di persona dal voto in Senato del movimento anticasta 5 Stelle, ha collezionato il seguente curriculum giudiziario:

Oltraggio a pubblico ufficiale.
Nel 1999 condannato a 30 giorni di reclusione con la condizionale per oltraggio a pubblico ufficiale, per un lancio di uova a Massimo D'Alema.

Vilipendio delle istituzioni costituzionali.
Il 28 luglio 2016 Salvini viene denunciato per vilipendio alle istituzioni costituzionali dal parlamentare di Sinistra Ecologia Libertà Franco Bordo, dopo che il leader della Lega aveva paragonato la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini ad una "bambola gonfiabile".

Vilipendio alla magistratura.
Il 14 febbraio 2016 Salvini insulta la magistratura italiana, definendola "una schifezza", in seguito al rinvio a giudizio dell'esponente leghista Edoardo Rixi, venendo quindi denunciato per vilipendio alla magistratura.

Inoltre, mentre ricopriva l'incarico di parlamentare, lo stesso Salvini, durante la Festa di Pontida del 2009 con un bicchiere di birra in mano, intonò la seguente "canzone": «Senti che puzza, scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani... Son colerosi e terremotati... Con il sapone non si sono mai lavati».


A questo punto, come avrebbe detto Antonio Lubrano, la domanda sorge spontanea: se quanto detto da Lavinia Flavia Cassaro dovrebbe portare grave pregiudizio alla pubblica amministrazione tanto da meritarne il licenziamento, perché quanto detto e fatto da Matteo Salvini non dovrebbe essere giudicato alla stessa maniera?