"Rivolgo un saluto davvero molto cordiale a tutti i presenti e nel rivolgerlo alla Presidente della Regione e al Sindaco, desidero anch'io, in apertura, rivolgere un pensiero di solidarietà alla città che ci ospita, ai familiari delle vittime dell'alluvione e del gravissimo incidente mortale sul lavoro di ieri, ai feriti, alle famiglie che stanno soffrendo le conseguenze del maltempo e di questa ennesima tragedia sul lavoro. Non vi sono più parole adeguate per esprimere l'allarme e l'angoscia per gli incidenti che colpiscono chi sta lavorando, per l'insufficienza della sicurezza per chi lavora..."
Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha iniziato il suo intervento in occasione della Cerimonia di inaugurazione della Biennale dell'Economia Cooperativa che si è tenuta oggi a Bologna.
Il riferimento del presidente è alla strage che è avvenuta nel capoluogo emiliano ieri, in cui Lorenzo Cubello, 37 anni e Fabio Tosi, 34, hanno perso la vita a seguito di un'esplosione all'interno dell'edificio che ospita la Toyota Material Handling. Alle due vittime vanno aggiunte anche le undici persone ferite.
Nel suo intervento, Mattarella ha parlato anche di Costituzione, ricordando che
"la Carta reca, fortemente impressi, quattro caratteri. È una Costituzione “lavorista”, sin dal primo articolo. È una Costituzione “personalista”, con la persona, le formazioni sociali in cui questa si esplica, e con i suoi diritti, come essenza dell'ordinamento. È una Costituzione “autonomista”, che affida alle autonomie locali, con il criterio della sussidiarietà, la responsabilità di dare risposte ai cittadini. È una Costituzione “antifascista”, che si fonda sulla lotta di Liberazione, matrice di libertà e democrazia".
Se lui ha ben chiaro tali caratteri, perché allora non li ricorda anche ai membri del governo che non si dicono antifascisti? Inoltre nel primo articolo, da lui definito lavorista, è scritto chiaramente anche che
"la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
Allora perché i membri del governo che sulla Costituzione hanno giurato vanno in giro facendo credere di poter dire e fare ciò che vogliono in funzione del voto ricevuto dagli italiani, dimenticandosi però che il loro agire è limitato dal dettato della Costituzione vigente, non da quella che loro hanno in mente?
È evidente che Meloni e compagnia non lo sanno o fanno finta di non saperlo.
Ed è proprio in casi simili che un presidente della Repubblica dovrebbe intervenire, non solo in occasioni come quella cui si riferisce l'articolo.
Ma Mattarella, invece, si dimentica di ricordare pubblicamente a Meloni e ai suoi ministri, così come ai parlamentari della maggioranza, dei quattro caratteri della Costituzione, lasciando a costoro mano libera nel far credere alla gente che la divisione dei poteri, la libertà di manifestare, la libertà di parola e il rispetto dei diritti delle minoranze siano più o meno invenzioni o baggianate citate dalle opposizioni, descritte come una banda di comunisti sovversivi.
Se Mattarella dicesse sempre e in ogni momento ciò che dice solo quando pensa di non dover disturbare chi attualmente governa sarebbe credibile.
Ad oggi non lo è.