Di seguito il comunicato della Presidente dell'ANPI provinciale, Anna Cocchi, contro la decisione delle autorità di concedere una piazza a CasaPound:
"L'Anpi provinciale di Bologna ricorda che le piazze di Bologna sono luoghi straordinari di incontri e di dialogo, capaci sempre di ospitare la cittadinanza in tutti i momenti importanti della storia della città. Ogni volta che gli uomini e le donne bolognesi hanno sentito il bisogno, a volte l'urgenza, di un presidio democratico e civile, sono scesi nelle piazze riempiendole. Come non ricordare i cartelli scritti a mano all'indomani del 2 agosto 1980 con su scritto solo Tutti in piazza?Le piazze di Bologna sono i luoghi dell'antifascismo militante, della consapevolezza democratica, del vivere civile. Per questo esprimiamo rammarico e preoccupazione per l'autorizzazione di piazza XX Settembre concessa a Casa Pound, un'organizzazione che fa suoi gli ideali di sopraffazione e di morte di chiara matrice fascista. Una piazza, tra l'altro, che si trova nelle immediate vicinanze della stazione dove il 2 agosto 1980 fu compiuta l'orrenda strage, espressione di un chiaro progetto eversivo fascista. Anche per questo auspichiamo un ripensamento da parte delle Autorità competenti.Chi vuole manifestare nelle piazze bolognesi deve riconoscersi nei valori dell'antifascismo, i valori che hanno portato alla nostra Costituzione nata dalla Resistenza. Una Costituzione, è bene ricordarlo, dove c'è posto per tutti e nella quale tutti si possono riconoscere: tutti tranne i fascisti".
Quella autorizzata ieri a Bologna, in piena campagna elettorale per le regionali, era una manifestazione di CasaPound e di altri movimenti neofascisti organizzata - quasi certamente - per far riferimento alla strage di Palazzo d'Accursio del novembre 1920 ad opera delle squadracce fasciste di Arpinati, dopo le elezioni comunali vinte dai socialisti.
La strage di Palazzo d'Accursio, avvenuta il 21 novembre 1920, fu un episodio di violenza squadrista che si scatenò in Piazza Maggiore, quando un nutrito gruppo di squadristi fascisti attaccò la folla riunitasi in occasione dell'insediamento della nuova giunta comunale presieduta dal socialista massimalista Enio Gnudi.
Per di più la manifestazione ha avuto luogo accanto alla stazione in cui, il 2 agosto 1980 fu teatro di un attentato fascista che causò la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200.
Il sindaco, Matteo Lepore, aveva chiesto di vietare la manifestazione, ma non è stato ascoltato. Le opposizioni hanno partecipato al presidio organizzato dall'ANPI, mentre alcuni appartenenti a dei collettivi cittadini sono scesi in corteo nel pomeriggio e si sono scontrati con un gruppo di agenti in assetto antisommossa per impedire che raggiungessero la piazza dove era in corso la manifestazione. Naturalmente, la propaganda nera oggi ha cercato di riscrivere la realtà di quanto accaduto ieri.
Questo è quanto i (post) fascisti che governano l'Italia hanno avuto il coraggio di dire.
Queste le parole del (post) camerata Matteo Salvini:
E questa la dichiarazione della (post) camerata Giorgia Meloni:"Ancora violenze e scontri generati dai collettivi, a Bologna, rivolti contro la Polizia di Stato. La mia totale solidarietà va agli uomini e alle donne delle Forze dell'Ordine, che con fermezza e professionalità hanno affrontato i soliti violenti, tra lanci di petardi e sassi, rischiando la loro incolumità.Spiace constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi, anziché condannare apertamente questi episodi e mostrare solidarietà a chi, ogni giorno, lavora per garantire la sicurezza di tutti".
I due (post) fascisti, come ognuno ha potuto constatare, si sono ben guardati dal condannare la concessione di una piazza a dei movimenti neofascisti... evidentemente non è un caso. Inoltre, Meloni ha cercato di unire due eventi del tutto separati, il presidio Anpi e la contestazione dei collettivi.
Ma quello che più di ogni altra cosa i due (post) fascisti Meloni e Salvini hanno dimenticato di dire è che i fascisti che hanno sfilato a Bologna sono stati insultati e presi a secchiate d'acqua dagli stessi bolognesi.
Perché?
Perché il 24 novembre 1946 il Gonfalone della Città di Bologna fu decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare, "aureo simbolo" di altissimo riconoscimento nazionale per il ruolo di guida ed avanguardia avuto dalla città nella Resistenza, "monito di quanto la riscattata libertà costi al popolo".
Nel suo significato ideale la medaglia va a tutti i cittadini, donne e uomini, che per venti mesi si sono opposti con le armi e nello spirito all'occupazione tedesca e fascista. Bologna città strategica, centro geografico del sistema dei trasporti; città al fronte dopo l'arresto dell'avanzata alleata dell'autunno 1944; città partigiana teatro di fucilazioni e di rappresaglie, dove alto è stato lo scontro con il nemico affrontato in battaglie aperte come quelle dell'Università, di Porta Lame e della Bolognina; città provata dai bombardamenti e dalle conseguenza della guerra negli animi, nelle coscienze e nella vita sociale, civile, economica e culturale.
Così Nicola Fratoianni (AVS): "Meloni e il suo governo hanno davvero un ottimo tempismo. Poco prima del voto in Liguria approvano una manovra di bilancio lacrime e sangue, da cui cercano di distogliere l'attenzione inventandosi l'operazione Albania per distrarre l'opinione pubblica.A pochi giorni dalle elezioni in Emilia-Romagna, il giorno prima dell'arrivo di Meloni, dal Viminale autorizzano una manifestazione neofascista a Bologna, città medaglia d'oro alla Resistenza e vittima del peggior terrorismo fascista, alla quale si era opposto il comitato dell'ordine pubblico cittadino, in modo che ci potessero essere scontri per poter attaccare l'amministrazione e far dire alla premier che la sinistra difende i facinorosi.Per di più ora veniamo a sapere dalla denuncia della Silp-Cgil che un leader della piazza di estrema destra dava indicazioni alle forze dell'ordine durante i disordini. Un fatto gravissimo e inquietante, su cui chiederemo massima chiarezza in Parlamento. La domanda sorge spontanea, che si inventeranno in Umbria?Per noi basta. Non abbocchiamo più a questa destra che tenta di nascondere in ogni modo il proprio fallimento. E i cittadini lo stanno capendo, ogni giorno di più".
Matteo Lepore (PD), sindaco di Bologna: "Grazie ad Albertina Soliani, Vicepresidente dell'Anpi nazionale oggi con noi all'80° anniversario della Battaglia di Porta Lame, storica battaglia partigiana nel cuore della città di Bologna.Grazie a quanti ci stanno esprimendo solidarietà e sostegno per i fatti di sabato.Credo sia grave che chi ha la responsabilità dell’ordine pubblico a livello nazionale abbia permesso a 300 persone vestite in camicia nera di entrare nella nostra città e sfilare davanti alla Stazione 2 Agosto 1980".