In una burrascosa seduta alla Camera dei Comuni, il premier britannico Boris Johnson ha annunciato che l'Inghilterra, in relazione alle restrizioni sul coronavirus, dall'attuale Piano B tornerà ad attuare il Piano A.
Che cosa prevedono le nuove direttive? La revoca della raccomandazione dello smart working, quella del mini Green Pass vaccinale e quella dell'obbligo di mascherine da indossare nei luoghi pubblici. Il ritorno al piano A prevede anche l'allentamento delle restrizioni alle case di cura. Inoltre, le ultime restrizioni scadranno definitivamente il 24 marzo.
La confindustria britannica ha accolto favorevolmente l'annuncio, mentre i sindacati della scuola hanno espresso non poche perplessità al riguardo, precisando che l'attuale andamento del contagio non induce ad essere ottimisti sulle conseguenze che le nuove misure imposte da Johnson potrebbero avere.
I dati odierni nel Regno Unito riportano 359 decessi, 1.865 negli ultimi 7 giorni, l'8,2% in più rispetto alla settimana precedente, mentre i ricoveri continuano a diminuire nonostante i 1.752 segnalati oggi, con 14.947 le persone che sono state ricoverate negli ultimi sette giorni, il 4,9% in meno rispetto ad una settimana fa.
La scelta di Johnson, però, da molti è stata interpretata come un modo per accattivarsi la pancia del gruppo Tory, per cercare di evitare un possibile voto di sfiducia da parte del suo partito a seguito dello scandalo Partygate.
E che la poltrona di Johnson sia traballante, lo conferma quanto dichiarato oggi alla Camera dall'ex ministro conservatore David Davis che si è unito alla richiesta di dimissioni di Boris Johnson dicendo al primo ministro "in nome di Dio, vattene", mentre il parlamentare conservatore Christian Wakeford ha deciso di passare dal gruppo Tory a quello dei laburisti, in questo momento all'opposizione.