La vicenda legata al titolo di studio della responsabile del Welfare del governo Meloni, Marina Elvira Calderone, ha attirato  l'attenzione dei media per numerose incongruenze e particolarità. Dopo la smentita da parte dell'Università di Cagliari – a cui era stata attribuita una laurea inesistente conseguita dalla ministra – sui meriti accademici della  Calderone si è aperta una nuova inchiesta.

Il caso ha avuto inizio con la "laurea cagliaritana" attribuita a Calderone da Wikipedia, laurea poi smentita dall'ateneo sardo. Invece, la responsabile del Welfare, che ha un diploma da ragioniera, ha intrapreso un  percorso universitario presso la Link Campus di Roma, una univesità privata. Secondo quanto emerge, nel 2011 Calderone risultava iscritta a un corso triennale in Economia Aziendale e successivamente avrebbe conseguito il titolo magistrale in Gestione Aziendale nel 2016.

Un'inchiesta del Fatto Quotidiano, però, ha messo in luce numerosi dettagli che sollevano dubbi sulla regolarità di tale percorso universitario. Tra le stranezze emergono:

  • Esami svolti in periodi insoliti. Calderone avrebbe sostenuto due esami nello stesso giorno, anche durante il weekend, quando normalmente l'università risultava chiusa.

  • Mancata certificazione. La certificazione dell'Anagrafe degli Studenti, gestita dal Ministero dell'Istruzione, non registra correttamente il percorso accademico della ministra.

  • Iter di convalida dubbio. Alcuni esami, come "Economia Aziendale" e "Ragioneria Generale ed Applicata", risulterebbero convalidati in maniera atipica. Fonti interne alla Link Campus hanno sottolineato come, in quel periodo, lo status degli studenti potesse essere sfruttato per far valere esami documentati in modo non tracciabile, a differenza dei documenti digitali ufficiali.

Un ulteriore elemento di polemica riguarda la figura di Rosario De Luca, marito della ministra Calderone. Nel 2015, De Luca faceva parte del Consiglio di Amministrazione della Link Campus, mentre la ministra, già titolare di posizioni influenti, come presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, aveva favorito accordi e convenzioni per creare borse di studio per gli studenti. Questa coincidenza temporale ha alimentato dubbi su possibili conflitti d'interesse e connivenze nell'ottenimento dei titoli.

Da chiarire anche un capitolo relativo ai costi universitari. La laurea magistrale, formalmente conseguita con il massimo dei voti (110 e lode) il 26 luglio 2016, avrebbe visto l'applicazione di notevoli di sconti sulle tasse di iscrizione.  Secondo l'anagrafe dei contributi del ministero, per la magistrale ha pagato solo il costo del bollo (1 euro), più altri 3 per la contabilità della Link. Il biennio costa circa 10mila euro. A lei è stato però applicato uno sconto su tasse e rette pari al 50%. Nonostante questo, risulta abbia pagato 500 euro di iscrizione e una sola rata da 850 euro. Le altre sei, per un totale di 5.100 euro, risultano ancora oggi "da pagare" e "scadute".

La vicenda del titolo di studio di Marina Elvira Calderone solleva interrogativi non solo sul percorso accademico personale della ministra, ma anche sulla trasparenza e regolarità dei processi di certificazione universitaria, soprattutto in contesti privati. Le discrepanze riscontrate – dalla registrazione degli esami alla gestione dei pagamenti – alimentano il dibattito pubblico sulla credibilità delle istituzioni accademiche e sulla necessità di maggiori controlli nei passaggi di transizione durante periodi di riforma.

Che cosa ha dichiarato Marina Elvira Calderone al riguardo? Al momento nulla. Neppure l'Agenzia Stefani (ex Ansa) ha riportato smentite e/o precisazioni.

Dal fronte delle opposizioni, il deputato dem Arturo Scotto fa sapere che sul caso si deve fare piena luce:

"Le rivelazioni pubblicate dal Il Fatto Quotidiano sulla laurea della Ministra Calderone ci interrogano e ci preoccupano. Troppe incongruenze, ombre e conflitti di interesse emergono sul percorso che ha portato al conseguimento del titolo di studio presso l'Universita degli studi Link da parte di chi oggi guida il dicastero del Lavoro. Il tema non è il gossip, ma un modo di intendere la funzione istituzionale.È bene che la Ministra chiarisca subito spiegando all'opinione pubblica la verità dei fatti. Non c'è bisogno della laurea per fare il Ministro, ma per presiedere l'ordine dei consulenti del lavoro, ad esempio, sì.E la trasparenza del curriculum vitae in ogni caso resta un obbligo quando hai un ruolo pubblico. Chiederemo conto in Parlamento".

La vicenda Calderone è, pertanto, da considerarsi come una nuova medaglia da aggiungere al carniere dei demeriti del governo Meloni che tra i suoi componenti annovera - tra ministri, vice e sottosegretari - personaggi inadeguati, indagati e persino condannati... di cui in buona parte ancora in carica.

E questa vicenda riguarda solo il governo! Se poi volessimo allargare l'orizzonte, la destra (post) fascista che pretende di dare lezioni di moralità può vantare anche un paio di new entry di tutto rispetto.

"È notizia di questi giorni che la segretaria di Fulvio Martusciello, capogruppo di Forza Italia al Parlamento Europeo, è stata arrestata per corruzione in favore di Huawei. Il suo avvocato dopo l'arresto si è precipitato a chiarire che lei era ‘una mera esecutrice di ordini'.Ed è notizia di questi giorni che la moglie del Presidente della Regione Molise Francesco Roberti non ha saputo spiegare agli inquirenti che lavoro svolgeva da impiegata presso una ditta affidataria della gestione dei rifiuti in Molise. Secondo gli investigatori il suo stipendio e i compensi derivanti da altri incarichi assegnati allo studio del Presidente non erano altro che ‘mazzette smaterializzate'.Questi sono solo gli ultimi due casi di una lunga lista di episodi che nell'ultimo anno hanno visto coinvolti esponenti del centrodestra in indagini per reati che vanno dalla corruzione alla truffa fino al favoreggiamento nei confronti delle mafie". (Nicola Fratoianni, AVS)