Questo mercoledì il premier Conte ha informato il Parlamento sul caso della nave Diciotti. Nel suo intervento al Senato, il primo della giornata, Conte ha ripercorso la vicenda partendo dall'avvistamento del barcone con i migranti a bordo in acque libiche, al mancato sbarco a Malta (di cui ha addossato la responsabilità a quel Governo), fino all'attracco al porto di Catania, sorvolando completamente sui motivi che hanno portato al sequestro dei migranti a bordo della nave della Guardia Costiera, per alcuni giorni, da parte del ministro dell'Interno Salvini e sull'eventuale coinvolgimento di tutto il Governo in relazione a tale decisione.

Nella parte finale del suo intervento, il premier Conte ha ribadito poi la posizione del Governo del cambiamento sull'atteggiamento dell'Italia in relazione a possibili futuri salvataggi in mare.


"Il Governo italiano si è fatto promotore di una insistita e determinata iniziativa, volta a sollecitare le istituzione europee affinché vengano tempestivamente attuate le conclusioni adottate, all'unanimità, all'esito del Consiglio europeo dello scorso fine giugno.

Il Governo italiano sta ribadendo agli altri Stati membri dell'Unione europea e alle istituzioni europee la ferma convinzione che sia improcrastinabile l'avvio della definizione di un meccanismo stabile e sostenibile per la gestione complessiva delle fasi di sbarco, redistribuzione e rimpatrio.

Stiamo registrando segnali di avvicinamento nel segno di una comune, speriamo sempre maggiore, consapevolezza degli Stati membri che se non si lavorasse ad un simile meccanismo non solo non si darebbe coerente attuazione alle decisioni prese dall'ultimo Consiglio europeo, ma si verrebbe meno all'impegno, alla solidarietà e all'equa ripartizione di responsabilità che sono specificamente previsti dagli articoli del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

La nostra politica sull'immigrazione non risponde a logiche emergenziali o a contingenze transeunti. Abbiamo fatto di più: abbiamo proposto un'articolata e complessa strategia che mira ad offrire una regolamentazione e una gestione dei flussi migratori in via strutturale, consegnata ad un documento che abbiamo proposto alle istituzioni europee sin dai primi incontri sul tema, articolato in sei premesse e dieci obiettivi. Tale proposta è quindi documentata anche nelle nostre posizioni ufficiali che abbiamo successivamente sostenuto in occasione dei vari consessi europei.

È una politica che muove, fin dalle prime affermazioni, dal riconoscimento della tutela dei diritti fondamentali di tutti coloro che hanno diritto all'asilo e alla protezione umanitaria e mira ad adottare iniziative di tutela di questi migranti sin dai Paesi di origine e anche nei Paesi di transito. Quello che è cambiato, rispetto al passato, è che l'Italia non è più disponibile ad accogliere indiscriminatamente i migranti, contribuendo, anche solo involontariamente, a incrementare ed incitare il traffico di esseri umani e supplendo alla responsabilità che spetta all'Unione europea, ottundendo il vincolo di solidarietà che grava su ciascuno Stato membro."