Nella Giornata dell'Unità, festa nazionale ucraina che si celebra ogni anno il 22 gennaio per commemorare l'adozione del primo statuto dell'autonomia durante il periodo sovietico (che ha creato le basi per la costituzione dell'Ucraina come stato sovrano), il presidente Zelensky ha ricordato che l'unità è alla base dell'attuale indipendenza. 

Un'unità che il presidente ucraino ha riconosciuto anche da parte degli alleati nel sostegno al suo Paese, tramite il supporto politico, economico e militare, arrivato in massima parte sia dagli Stati Uniti, che dall'Unione europea, tanto che, come ha ricordato l'Alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, Josep Borrell, adesso "di qualunque argomento si parli, si deve sempre iniziare parlando dell'Ucraina", aggiungendo però che "ad un certo punto dovremo prepararci anche alla pace".

"Faremo tutto il possibile perché arrivi quel momento. Ma ciò non è in contraddizione con la necessità di sostenere l'Ucraina con i mezzi di cui ha bisogno.Ci sono state tre fasi [nella guerra] - ha proseguito Borrell -. La prima fase è stata il rapido tentativo della Russia di prendere Kiev ... e hanno dovuto ritirarsi. La prima fase è stata anche la rapida invasione per conquistare il Donbas e Kiev.La seconda fase è stata la controffensiva ucraina, riuscita anche in termini psicologici: l'aver riconquistato una parte del territorio occupato e l'aver respinto i russi al di là del fiume Dnipro.E la terza fase è la guerra di posizione, di trincea, della distruzione delle infrastrutture, una guerra che non è più tanto una guerra tra due eserciti in lotta, ma quella della capacità di un Paese utilizzato per distruggerne sistematicamente un altro. E questo ha portato a una certa stagnazione. E si discute se dotare l'Ucraina di armi che non solo le permettano di contenere i russi, ma anche di respingerli rompendo il loro fronte. E questa è la discussione sui carri armati che si sta svolgendo oggi, e che a poco a poco, troppo poco a poco, sta avanzando verso la decisione di fornire queste armi.Personalmente ritengo che, allo stato attuale della guerra, l'Ucraina debba essere fornita dei carri armati di cui ha bisogno per essere in grado, non solo di contenere, ma anche di respingere [l'esercito russo]. È una decisione politica che fino ad ora non è stata presa sostanzialmente a causa della riluttanza della Germania. Ma se ciò non avverrà, la guerra continuerà fino alla prossima primavera, quando la Russia proverà probabilmente a lanciare una nuova offensiva".

La titubanza tedesca sul fornire o meno i Leopard 2 all'Ucraina sta creando non pochi problemi a Scholz che viene per questo incalzato dalle opposizioni sulle modalità del suo sostegno a Kiev, mentre il socialdemocratico Rolf Mützenich difende il cancellier sottolineando che la fornitura di armi di fabbricazione tedesca deve essere guidata dal buonsenso:
 
"Chi parla di carri armati oggi, domani urlerà la necessità dell'invio di aerei o di truppe. La politica durante la guerra in Europa non si svolge nello stile di rituali oltraggiosi o con respiro affannoso, ma con chiarezza e mente lucida", ha osservato Mützenich.
Secondo quanto riportato dai media tedeschi, Scholz, in una conversazione con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, avrebbe detto che la Germania avrebbe fornito all'Ucraina carri armati Leopard 2 solo se gli Stati Uniti avessero fornito i loro carri Abrams. Un'ipotesi però smentita dallo stesso Scholz.

Ritornando a Borrell, nella sua intervista ha anche affermato che l'Ue ha completamente superato la sua dipendenza energetica dalla Russia.

"In pochi mesi, abbiamo risolto il problema della dipendenza energetica dalla Russia costruita in anni. Abbiamo attraversato una fase straordinariamente tesa di aumento dei prezzi, ma adesso sono tornati ai valori prebellici. Siamo di nuovo con il megawattora del gas al prezzo prebellico, che era già molto alto. ... Ma il brutale picco di agosto è stato in gran parte causato dalle tensioni speculative nei mercati. Le tensioni nel mercato dell'energia non possono più essere attribuite alla situazione in Ucraina, ha detto Borrell. E' un problema strutturale dell'energia e, in particolare, della correlazione tra prezzo del gas e prezzo dell'energia elettrica",

ha poi precisato,  aggiungendo l'auspicio che la Commissione europea presenti presto una proposta per risolvere il problema.