L'accordo sul transito del gas russo attraverso il territorio ucraino è scaduto quest'oggi, mercoledì 1 gennaio. Prevedeva il pompaggio di 40 miliardi di metri cubi all'anno. Tuttavia, il rifiuto dell'Ucraina di estenderlo ha privato Gazprom dell'opportunità tecnica e legale di utilizzare questa tratta. Il flusso, pertanto, è stato interrotto già in mattinata. Putin ha dichiarato che non ci sarebbe stato alcun nuovo contratto per il transito del gas russo attraverso l'Ucraina, poiché non c'era alcuna possibilità di rinegoziare l'accordo pochi giorni prima del nuovo anno. Kiev aveva dichiarato di voler interrompere la tratta in modo da danneggiare finanziariamente Mosca.

Allo stesso tempo, l'Ucraina è pronta a riprendere le consegne del gas attraverso lo stesso gasdotto su richiesta della Commissione europea, se il gas non sarà gas russo. Il presidente russo ha fatto cenno alla possibilità di concludere contratti per la consegna tramite appaltatori terzi: società turche, ungheresi, slovacche e azere. In tal caso, il gas che transiterebbe sul territorio ucraino non sarebbe russo. Il pompaggio avverrebbe nell'ambito di aste, a cui parteciperebbero società europee.

Secondo la Commissione Ue, l'Europa sarebbe pronta ad affrontare la situazione, grazie agli sforzi di collaborazione con gli Stati membri, indicando come rotte alternative di approvvigionamento per portare i volumi necessari in Europa i quattro terminali GNL in Germania, Grecia, Italia e Polonia... senza dimenticare la Turchia.

Ucraini e polacchi festeggiano lo stop al gas russo come una vittoria, mentre per il premier slovacco Robert Fico, che non ha mai nascosto la sua vicinanza con Putin,  "l'interruzione del transito del gas attraverso l'Ucraina avrà un impatto drastico nell'Ue, non solo sulla Federazione Russa". 

Sempre in relazione alla nuova crisi del gas, Moldavia e Transnistria hanno dichiarato lo stato di emergenza, sospendendone la fornitura ai consumatori domestici. In questo caso il problema è finanziario. La scorsa settimana, Gazprom aveva informato la moldava Moldovagaz che le forniture di gas sarebbero state limitate a partire dal 1 gennaio, a causa del rifiuto di Chisinau (capitale della Moldavia) di affrontare la questione del debito sui quantitativi di gas finora forniti.