Il Presidente del Consiglio Mario Draghi - recita una nota di Palazzo Chigi - ha avuto oggi pomeriggio una conversazione telefonica con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin.
Il colloquio si è incentrato sugli sviluppi della situazione in Ucraina e sugli sforzi per trovare una soluzione condivisa alla crisi alimentare in atto e alle sue gravi ripercussioni sui Paesi più poveri del mondo.
Com'è andato? Piuttosto Male.
In una conferenza stampa di questo pomeriggio, Draghi ha riassunto i contenuti della telefonata, incentrata sulla richiesta di consentire la partenza del grano bloccato nei porti ucraini sul Mar Nero per evitare l'allargarsi della crisi umanitaria già in atto nei Paesi che affidavano gran parte del loro fabbisogno proprio al grano ucraino.
"Una prima iniziativa che si potrebbe cominciare a esplorare – ha detto Draghi riassumendo il colloquio con Putin – è costruire una possibile collaborazione Russia-Ucraina sullo sblocco dei porti del Mar Nero. Il presidente Putin ha detto che non è sufficiente a risolvere la crisi, io ho detto: sì ma almeno intanto li sblocchiamo altrimenti il grano marcisce. Putin mi ha detto che i porti sono bloccati perché minati dagli ucraini... al che gli ho fatto presente che è ciò avviene per impedire alle navi russe di attaccare l'Ucraina. Serve quindi una collaborazione da una parte per sminare i porti e dall'altra per garantire che non avvengano attacchi. Sulle garanzie non abbiamo discusso molto, lo faremo se le cose vanno avanti, può essere che non abbia esito, ma c’è stata disponibilità a procedere. Poi dovrò chiamare Zelensky per sapere se c’è analoga disponibilità".
Rispondendo poi alle domande dei giornalisti, Draghi ha detto che nel corso della telefonata da parte di Putin non ha visto spiragli per la pace.
Se può consolare, anche se Draghi non ha fatto alcuna richiesta in tal senso, Putin gli ha assicurato che non ci saranno problemi di fornitura di gas per il nostro Paese.