Non è più un discorso di ideali politici, quelli sono svaniti da tempo, non un discorso di prospettiva, oramai la gente non crede più a nulla.
Alla domanda: "Quale forza politica ti rappresenta?", la maggior parte delle persone contattate, senza esitare un attimo rispondono: "Salvini".
Non la Lega ma Salvini, perché?
Strano ma vero, colui che fino a qualche anno fa sputava veleno sull'Italia e gli Italiani da Mantova in giù, oggi è il paladino nazionale, osannato e acclamato dalla maggior parte dei delusi.
Delusi da una politica strana, che ha stretto nella sua morsa suicida un intero sistema che oggi viene barattato per pochi spiccioli.
Una politica che ha schiacciato il presente, senza futuro e schifando il passato ha innescato un meccanismo autodistruttivo che ha annientato qualsivoglia speranza e prospettiva.
In tutto questo tran tran di delusioni, i cittadini, vittime illustri, hanno perduto ogni valore, sia esso etico che morale, hanno perduto quella fiducia riposta negli anni in questo o in quel venditore di fumo chiamato "politico".
Oggi, e i dati lo confermano, pur di tenere accesa la fiammella di una speranza sempre più affievolita, l'elettorato, deluso e stanco, vota Salvini.
Un personaggio strano, capace di imporsi là dove gli altri hanno fallito, non per incapacità ma, per necessità, la loro necessità di potere e di legami, più o meno forti con il marcio sistema chiamato politica.
Salvini, furbamente si è inserito nel mezzo e, sfruttando il momento storico ha spazzato via gli indugi.
Una strategia ben studiata quella del Matteo della Lega che, con qualche mossa ad effetto, con il consenso ingenuo dei 5 Stelle ha prepotentemente preso la scena della Commedia, l'ennesima Commedia all'italiana.
Parliamoci chiaro, il suo obiettivo è stato, e sarà quello di una Padania libera da contaminazioni, libera dal resto di un'Italia considerata Africa.
Africa, africani, gli stessi che oggi sta cacciando via dal bel Paese con il consenso popolare in continuo aumento, lo stesso popolo che domani subirà gli effetti di un odio che negli anni ha diviso lo stivale in "buoni e cattivi".