"Congratulazioni a Raffaele Fitto per la nomina a Vice Presidente Esecutivo della Commissione europea con delega alla Coesione e alle Riforme. Un riconoscimento importante che conferma il ritrovato ruolo centrale della nostra Nazione in ambito UE. L'Italia torna finalmente protagonista in Europa. In bocca al lupo Raffaele, siamo certi che svolgerai benissimo il tuo incarico nell'interesse dell'Europa e dell'Italia".

Queste le parole che la premier Meloni ha dedicato a Raffaele Fitto per il ruolo nella nuova Commissione Ue annunciato oggi da Ursula von der Leyen.

"La coesione e le riforme erano già nel mandato ancora in corso", ha ricordato la von der Leyen. Ed effettivamente è così. Sapeste però dire chi fosse il commissario che se ne occupava? Lo avete mai sentito nominare? No. Allora c'è bisogno dell'aiutino... la portoghese Elisa Ferreira.

Sicuramente il ruolo sarà diventato adesso fondamentale dopo che se ne occuperà Fitto, ma la von der Leyen ha tenuto a precisare le decisioni di ogni commissario, Fitto compreso, saranno prese sempre collegialmente, rispondendo a chi le ha fatto notare di aver dato il portafoglio delle riforme al politico di un partito che è sempre stato contrario a riformare l'Ue perché le venissero assegnate più responsabilità e competenze.

In pratica, da una parte von der Leyen dice di volere un'Europa che sia espressione delle linee guida indicate di recente da Draghi e poi nomina un commissario che fa parte di un partito e di un gruppo parlamentare che si è sempre detto esattamente contrario a tale indirizzo.

Secondo quanto pubblicato da alcune fonti stampa, Fitto si dovrà occupare anche di PNRR, ma insieme al lettone Dombrovskis che in fatto di conti non ha mai fatto sconti a nessuno. Pertanto, sarà interessante vedere se Fitto riuscirà a far slittare la data di completamento delle opere del PNRR fissata al 2026, unica vera speranza per il governo Meloni di non finire in mora con Bruxelles.

Fitto è stato nominato, ma la sua nomina è tutt'altro che esecutiva. Dovrà passare l'esame dei gruppi di maggioranza (quelli che hanno eletto la von der Leyen) che, escluso il PPE, lo vedono come il fumo negli occhi.

Socialisti, verdi e liberali (Renew Europe) lo aspettano al varco e non gli faranno sconti, come dimostrano le dichiarazioni degli eurodeputati del gruppo di Renew Europe che già hanno anticipato di volere da Fitto chiarimenti sulle sue posizioni riguardo ai dossier italiani relativi a balneari, riforma fiscale, transizione verde...

Il paradosso è che Fitto possa alla fine superare l'esame con i voti del PPE e di quelli dei gruppi che racchiudono gli estremisti di destra. Non sarebbe un buon viatico per la von der Leyen.