L'unico aspetto positivo per Mourinho, domenica sera, è stato quello di non doversi presentare davanti ai microfoni per commentare l'ennesima brutta prestazione della sua squadra... era squalificato!

Stavolta, infatti, non poteva inventarsi di aver perso per colpa dell'arbitraggio e così ha potuto evitare di ammettere la verità che da settimane sta disperatamente cercando di nascondere: che la sua squadra non ha uno straccio di gioco.

Forse i calciatori dell'attuale rosa giallorossa non saranno fenomeni, ma non sono certo dei brocchi. Nonostante ciò, la Roma non sta giocando a calcio... salvo quando è in grado di poter attuare l'unico modulo a sua disposizione: quello di dare la palla a Dybala che poi cercherà di passarla a Lukaku per calciarla verso la porta avversaria.

Ma se Dybala non c'è?

È proprio questo il punto. Se Dybala non c'è, non c'è neppure il gioco e la Roma può solo sperare di portare a casa almeno un punto, strappato a fatica.

Finora Mourinho è riuscito a mascherare questa sua assoluta mancanza d'idee prendendosela con l'arbitro in campo, con il quarto uomo, con il Var, con i guardalinee e, al tempo stesso, cercando ai arruffianarsi i tifosi con dichiarazioni che però hanno corto respiro. 

Infatti i tifosi della Roma, come quelli di qualsiasi alta squadra, vogliono solo che la loro squadra vinca e se l'allenatore non è in grado di vincere, allora anche per Mourinho sarà tempo di fare la valigie.

Lo special one, da tempo, è uno sbiadito ricordo.