Sabato scorso, Moshe Ya'alon, ex ministro della Difesa e capo di stato maggiore delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), ha rilasciato dichiarazioni inequivocabili contro l'esecutivo guidato dal premier Benjamin Netanyahu. In un'intervista a Democrat TV, Ya'alon ha accusato il governo, sostenuto da elementi di estrema destra, di perseguire politiche che si configurano nella Striscia di Gaza come un percorso che non può che portare all'occupazione permanente, all'annessione e alla pulizia etnica.
Secondo Ya'alon, le IDF sarebbero già impegnate in operazioni mirate a "ripulire parti di Gaza dagli arabi", con un'agenda che includerebbe il trasferimento della popolazione palestinese e il ripristino degli insediamenti ebraici, in precedenza evacuati durante il ritiro israeliano del 2005.
Moshe Ya'alon non è certo un signore qualunque, essendo stato a lungo una figura centrale della destra israeliana. Ex membro del Likud e ministro della Difesa sotto il governo Netanyahu tra il 2013 e il 2016, negli ultimi anni è diventato uno dei critici più accesi dell'attuale premier, di cui Ya'alon ha denunciato le scelte politiche, definite un pericolo per l'identità e il futuro dello Stato di Israele.
Secondo Ya'alon, l'opinione pubblica israeliana rimane largamente a favore di un modello di Stato che sia "ebraico, democratico, liberale", con una chiara separazione con i Territori occupati. Invece, l'attuale governo sembra ignorare questa volontà popolare, portando avanti politiche che rischiano di destabilizzare ulteriormente la regione.
Un elemento centrale delle critiche di Ya'alon è il supporto, al desiderio dell'estrema destra israeliana, di un trasferimento della popolazione palestinese dalla Striscia di Gaza, descritto eufemisticamente come "migrazione volontaria". L'obiettivo finale sarebbe il reinsediamento di comunità ebraiche nei territori evacuati, un progetto che Netanyahu ha dichiarato non essere parte delle attuali operazioni militari. Tuttavia, Ya'alon sostiene che quanto sta accadendo sul terreno suggerisce l'esatto contrario.
Durante l'intervista, quando gli è stato chiesto di chiarire il termine "pulizia etnica", Ya'alon non ha esitato a confermare la sua opinione: "Guardiamo ai fatti: Beit Lahia, Beit Hanoun e ora Jabalia stanno subendo operazioni che portano ad essere "ripulite dagli arabi".
Israel is ethnically cleansing parts of northern Gaza according to former Defense Minister Moshe “Bogie” Ya’alon.pic.twitter.com/ubmAWHWciz
— Benzi Sanders (@BenzionSanders) December 1, 2024
Gli attuali rappresentanti del nazi-sionismo parlano apertamente del reinsediamento e dell'annessione di Gaza, oltre che della Cisgiordania, a Israele. Ben Gvir, non appena all'orizzonte si materializzi una pur vaga prospettiva di cessate il fuoco a Gaza, minaccia Netanyahu che il suo partito, Otzma Yehudit, abbandonerebbe immediatamente il governo in caso di un accordo in tal senso. E questo è quanto è accaduto anche nelle ultime ore, dopo che una delegazione egiziana si è recata a Tel Aviv e una delegazione di Hamas si è recata al Cairo.