"Più poteri e tutele a donne e uomini delle forze dell'ordine, norma anti-Salis per sgomberare più rapidamente le case occupate, borseggiatrici in carcere anche se sono in gravidanza. Sono solo alcune delle misure fortemente volute dalla Lega e inserite nel decreto Sicurezza appena approvato dal Consiglio dei Ministri. Un'altra promessa mantenuta!"
Insomma, più carcere per tutti. Così può essere riassunta l'esultanza del leghista Matteo Salvini a commento del "decreto" sicurezza approvato nel CdM di questo venerdì. Una precisazione... più carcere per tutti riguarda solo chi non sia un politico o qualcuno collegabile con il mondo della politica, ovviamente appartenente all'estrema destra.
Qualcuno, un po' meno distratto rispetto all'elettore medio che vota per i (post) fascisti al governo può esser sorpreso dall'etichetta "decreto". Infatti, quello approvato oggi è il contenuto del disegno di legge che dal 2023 vagava tra Camera e Senato, ma con poche speranze di venire approvato, anche per gli altolà di Mattarella.
Quel che par di capire, quanto approvato oggi dal governo, sembrerebbe il frutto di una sorta di mercato con il Quirinale che, per aver ottenuto l'ammorbidimento di alcune delle folli norme contenute nel testo, avrebbe accettato di firmare il decreto legge facendo finta di riconoscere l'urgenza di un testo che è vecchio di quasi due anni.
E c'è chi applaude Mattarella dicendosi rassicurato dalla sua presenza al Quirinale!
Il nuovo decreto sicurezza, composto da 38 articoli, entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Nonostante le modifiche richieste dal Quirinale per evitare rischi di incostituzionalità, il testo mantiene comunque intatto il suo impianto originario, ottenendo il via libera anche della Lega, principale sostenitrice del provvedimento.
Su indicazione del Presidente della Repubblica, sono state modificate sei norme, seppur in modo limitato. Tra queste spicca la rimozione dell'obbligo per università e pubbliche amministrazioni di condividere informazioni riservate con i servizi segreti (articolo 31). La collaborazione rimarrà facoltativa, nel rispetto della privacy. Resta invece controversa la possibilità per gli agenti undercover di infiltrarsi e dirigere associazioni terroristico-eversive!!!
Il decreto mantiene diverse misure bandiera:
- Divieto di cannabis light: vietata la vendita e il consumo di cannabis a basso contenuto di THC.
- Blocchi stradali: previsti fino a due anni di carcere per chi partecipa a blocchi stradali.
- Occupazioni abusive: introdotto un nuovo reato, nonostante ne esistano già tre nel codice penale.
- Rimborsi legali per le forze dell'ordine: raddoppiati i limiti di rimborso per le spese legali degli agenti sotto processo.
Detenute madri: carcere anche per incinte e neomamme
Uno dei punti più contestati riguarda l'abolizione del rinvio della pena per donne incinte o madri di bambini sotto l'anno di età. Anche loro potranno finire in carcere, sebbene con l'obbligo di scontare la custodia cautelare in istituti a custodia attenuata. La modifica, minima, non incide sull'esecuzione della pena, ma solo sulla fase cautelare.
SIM card per migranti irregolari
Retrocede il divieto di acquistare SIM per i migranti irregolari: non servirà più il permesso di soggiorno, ma basterà un documento d'identità. Una misura che facilita i contatti con i Paesi d'origine per chi sbarca in Italia.
Rivolte in carcere: pene severe ma definizioni più strette
Il nuovo reato di "rivolta in carcere" è stato ridefinito: si applica solo agli atti di resistenza attiva o passiva che ostacolano il mantenimento dell'ordine e della sicurezza, escludendo contesti come le proteste per igiene. Le pene restano durissime: fino a 6 anni per i partecipanti, 10 per i capi e 20 anni se derivano lesioni o morti.
Proteste contro le grandi opere: l'aggravante "anti-no Ponte"
Ridimensionata la norma che inasprisce le pene per violenza o resistenza durante le proteste contro le opere pubbliche. L'aggravante non si applica più genericamente a tutte le infrastrutture strategiche, ma solo a quelle legate a energia, trasporti, telecomunicazioni o servizi pubblici. Tuttavia, manifestazioni contro il Ponte sullo Stretto o la Tav in Val di Susa rimangono nel mirino.
Resistenza a pubblico ufficiale: via il divieto di attenuanti
Eliminata la norma che impediva ai giudici di valutare circostanze attenuanti nel reato di violenza o minaccia a un agente delle forze dell'ordine. Una modifica che ripristina margini di discrezionalità giudiziaria.
Quindi, nonostante i ritocchi, il decreto sicurezza conserva il suo carattere repressivo, puntando a inasprire pene e controlli... niente di cui meravigliarsi con i (post) fascisti al governo che pretendono l'impunità per i camerati ladri (vedi la vicenda Le Pen), mentre invocano l'ergastolo per chi manifesti per i diritti.
D'altra parte, i tre gatti che hanno mandato al governo questa compagine di sgangherati allo sbaraglio, hanno fatto sì che al Senato finisse un missino che colleziona busti di Mussolini, mentre a Palazzo Chigi c'è una disgraziata della Garbatella che ha studiato la storia sui "sussidiari" di Colle Oppio a cui un saltafossi lombardo cerca di far concorrenza, provando a togliergli voti cercando di essere più (post?) fascista di lei.
E per celebrare il decreto, i "poveri" poliziotti hanno dovuto ricorrere al manganello (ma non ancora all'olio di ricino) per reprimere coloro che nel pomeriggio si erano dati appuntamento per protestare...