Sta facendo discutere la notizia di una visita pastorale che si sarebbe dovuta svolgere in una scuola media di Cafasse (TO), spostata poi nel pomeriggio oltre l’orario delle lezioni e infine annullata.
L’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, come spesso accade ancora in tante altre scuole pubbliche d’Italia che si ritrovano a dover gestire imbarazzanti visite di preti cattolici, nelle scorse settimane avrebbe mostrato la volontà di incontrare gli studenti.
Tutti... anche gli studenti di altre confessioni religiose e i figli di famiglie che per esplicita e sottoscritta richiesta non vogliono avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, figurarsi dover subire la morale da parte di alti dirigenti di un culto a cui non appartengono.
Avrebbe anche inoltrato questa richiesta in modo reiterato, insistentemente, più e più volte, come ci tiene a far sapere lo stesso parroco di Cafasse.
Questa visita sarebbe stata rifiutata dal dirigente scolastico che ha risposto alla richiesta per voce del corpo docente.
Solo sotto pressione delle ostinate insistenze dei prelati cattolici, la visita è stata infine accettata, con il compromesso che venisse svolta in orario extra scolastico, per tutelare la laicità della scuola pubblica, sia gli studenti di diverso orientamento religioso, nel pieno rispetto del pluralismo necessario e della parità di trattamento rispetto a quello che solitamente viene riservato ad altri ministri di culto o rappresentanti di associazioni filosofiche.
Apriti cielo! L’arcivescovo evidentemente stizzito e restio anche ai compromessi più ragionevoli ha annullato la sua visita ammettendo — finalmente! — che se si fosse tenuta dopo l’uscita da scuola degli studenti non si sarebbe presentato nessuno.