I (post) fascisti nostrani si arrangiano. Non potendo ancora contare su un sistema presidenziale che permetta loro di imitare al meglio il loro nuovo cattivissimo duce di riferimento (sembrano la trasposizione nella realtà dei minions), Donald Trump, si danno comunque da fare e si arrangiano cercando di districarsi tra gli ostacoli che, per il momento, le regole democratiche gli pongono di fronte.
Dopo aver presentato in Senato una legge per cancellare dalla spesa sanitaria le prestazioni di socio-assistenza ai malati gravissimi, la Lega, stavolta in Piemonte, vuole ridurre le borse di studio per chi non può permettersi di andare all'università.
Con quale giustificazione, oltre a quella implicita che studiare non serve, di cui Salvini è la prova vivente? Perché c'è bisogno di più soldi da destinare alla sanità.
Perché servono più soldi per la sanità? Perché il governo Meloni - di cui la Lega fa parte - non li ha messi... ma questo ovviamente lo hanno dimenticato.
Ormai, la situazione politica del Paese è talmente allo sbando che i (post) fascisti si sono messi pure a raschiare il barile. L'ultima dimostrazione?
Fin dal suo insediamento, l'attuale esecutivo ha inanellato una serie di favori ai concessionari di scommesse, sale giochi e operatori del settore. Evidentemente, quanto fatto finora non era sufficiente. Così oggi la maggioranza, in commissione al Senato, ha approvato una risoluzione che prevede l'abolizione del divieto di sponsorizzazione delle scommesse sportive.
In pratica, i (post) fascisti vogliono far ripartire le pubblicità dei siti di scommesse che magnificano le vincite e invitano al gioco. Significa colpire chi, a causa della ludopatia, si sta rovinando o si è già rovinato, oltre ad avvicinare al gioco d’azzardo patologico i più giovani. Un'altra tassa sulla povertà che, neanche a dirlo, Meloni condannava con la sua solita ferocia... quando era all'opposizione:"Possiamo vietare la pubblicità del gioco d’azzardo? Possiamo scrivere come facciamo con i pacchetti di sigarette che le slot machine e il gioco d’azzardo producono miseria, povertà, droga, suicidio… si può fare? Oppure dobbiamo continuare a pensare che il motivo per il quale in ogni legge di stabilità c’è una marchetta fatta alle società del gioco d’azzardo è che questi signori del gioco d’azzardo che fanno soldi facili con concessioni di Stato sono anche spesso i finanziatori dei politici che scrivono le leggi di stabilità?"
Inutile ricordare che anche Matteo Salvini, al tempo, era sulla stessa lunghezza d'onda: "Uno Stato che campa sul gioco d’azzardo è uno Stato fallito".
Un'affermazione, almeno quest'ultima, finalmente sincera.