Dichiarazione UNIFIL del 19 novembre 2024: Oggi, nel Libano meridionale, le forze di peacekeeping e le strutture dell'UNIFIL sono state prese di mira in tre distinti incidenti; in uno di questi, quattro membri delle forze di peacekeeping sono rimasti feriti. Quattro peacekeeper ghanesi in servizio hanno riportato ferite quando un razzo, sparato molto probabilmente da attori non statali in Libano, ha colpito la loro base "UNP 5-42" a est del villaggio di Ramyah. I peacekeeper hanno riportato ferite e tre di loro sono stati trasferiti in un ospedale a Tiro per le cure. In un altro incidente, il quartier generale del settore occidentale dell'UNIFIL a Shama è stato colpito da cinque razzi, che hanno colpito l'officina di manutenzione. Sebbene abbiano causato gravi danni all'officina, nessun peacekeeper è rimasto ferito. Questa è stata la seconda volta che questa base dell'UNIFIL è stata colpita dagli scontri in corso nella zona in meno di una settimana. Un proiettile di artiglieria da 155 mm ha colpito la base il 15 novembre.Infine, quando una pattuglia UNIFIL stava attraversando una strada a nord-est del villaggio di Khirbat Silim, una persona armata ha sparato direttamente alla pattuglia. Non si segnalano feriti tra i peacekeeper in questo incidente.L'UNIFIL ha avviato indagini su ciascuno di questi incidenti. La missione ne ha informato anche le Forze armate libanesiL'UNIFIL ricorda ancora una volta a tutti gli attori coinvolti nelle ostilità in corso di rispettare l'inviolabilità dei peacekeeper e delle sedi delle Nazioni Unite. Il modello di attacchi regolari, diretti o indiretti, contro i peacekeeper deve cessare immediatamente. Ogni attacco contro le forze di peacekeeping costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale e della risoluzione 1701, che costituisce la base dell'attuale mandato dell'UNIFIL.Nonostante queste e altre sfide, le forze di peacekeeping rimangono in tutti gli incarichi e continueranno a monitorare e a segnalare in modo imparziale le violazioni della risoluzione 1701.

L'esercito israeliano, senza por tempo in mezzo, stavolta - almeno in relazione alla base di Shama - ha incolpato dell'accaduto Hezbollah, che da Deir Aames avrebbe cercato di colpire i militari del'IDF. 

Tanto è stata ritenuta credibile tale affermazione che questo è stato il commento del ministro Guido Crosetto da Bruxelles, al termine del Consiglio dei ministri della Difesa dell'Ue:

"Oggi c’è stato un nuovo attacco. Sono caduti tre razzi sulla base di Shama. È intollerabile. Ho cercato e non l’ho trovato, lo cercherò adesso appena uscirò da questo edificio, il mio nuovo collega israeliano per ribadire quello che avevo già ribadito a Gallant. Ovvero che le basi di Unifil sono basi che intanto rappresentano la missione Onu internazionale, ma poi sono di Paesi che sono amici di Israele. È intollerabile che ci siano attacchi e non possiamo più tollerare che questi errori si ripetano con questa frequenza. Per cui vanno date delle disposizioni chiare e inequivocabili alle forze che operano sul campo e mi auguro che sia stato fatto da questo nuovo ministro come era stato fatto dal vecchio ministro".

In pratica, così come pochi giorni fa, gli israeliani continuano a prendere a cannonate i militari italiani e i ministri del governo ipernazionalista di Giorgia Meloni - quello che dice di  difendere gli interessi nazionali e chi li rappresenta - si limitano a qualche reazione isterica e a timidissime proteste che, come esito, vengono interpretate dallo Stato ebraico come invito a nuovi bombardamenti. 

Sono gli stessi ministri che pretendono di far passare come rivoluzionarie e/o terroristiche le manifestazioni studentesche in cui vi siano dei minimi tafferugli (vedi l'ultima a Torino di pochi giorni fa).

E gente simile come la dovremmo etichettare se non con l'appellativo di pagliacci?