Il Ministero della Salute, guidato da Orazio Schillaci, ha trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni un decreto storico che introduce criteri nazionali omogenei per l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture residenziali, semiresidenziali e domiciliari dedicate agli anziani non autosufficienti. Il provvedimento, attuativo del decreto legislativo 29/2024 e in linea con la legge delega 33/2023, mira a rivoluzionare l’assistenza socio-sanitaria, garantendo standard equi in tutto il Paese.
L’obiettivo primario è duplice: garantire sicurezza e qualità minime e superare le disparità tra regioni, spesso fonte di disuguaglianze nell’accesso ai servizi. Finora, i requisiti per le strutture variavano sensibilmente da un territorio all’altro, creando frammentazione. Con il nuovo decreto, si definisce una cornice nazionale unica, che assicura percorsi assistenziali uniformi, indipendentemente dalla regione di residenza.
L’accreditamento istituzionale sarà subordinato al rispetto dei requisiti nazionali elencati nell’Allegato A, che includono aspetti organizzativi, formativi e strutturali. Un Tavolo Nazionale per l’Accreditamento monitorerà l’implementazione, valutando l’adesione delle regioni. Il rispetto degli standard diventerà inoltre condizione per accedere ai finanziamenti integrativi del SSN, incentivando il compliance.
Per le strutture già operative sono previsti tempi di adeguamento graduali, specie per i requisiti edilizi, senza nuovi oneri per la finanza pubblica. Un approccio pragmatico che bilancia innovazione e sostenibilità.
Il decreto segna un passaggio culturale: non più una mera “gestione dell’ospite”, ma un percorso di cura continuo e dignitoso, in linea con il Piano Nazionale della Cronicità. Centralità viene data alla dimensione relazionale: le strutture dovranno promuovere attività sociali, garantire visite familiari quotidiane e integrazione con il territorio, riconoscendo il benessere psicologico come parte integrante della terapia.
L’innovazione tecnologica diventa pilastro del nuovo modello: sistemi di telemedicina, piattaforme informatiche cliniche e videosorveglianza (nel rispetto della privacy) saranno obbligatori per migliorare sicurezza e monitoraggio. Non manca una spinta verso servizi modulari: dalle cure domiciliari (base e integrate) a nuclei specializzati per patologie come l’Alzheimer, per rispondere alla complessità dei bisogni con personalizzazione.
Questo provvedimento, atteso da anni, rappresenta un passo cruciale verso un sistema più umano, tecnologico e coeso. Riducendo le disparità regionali e valorizzando innovazione e relazioni, l’Italia si avvicina all’obiettivo di garantire a ogni anziano non autosufficiente un’assistenza dignitosa, sicura e di qualità, ovunque risieda.
La sfida ora è nell’implementazione: le regioni e le strutture dovranno collaborare per tradurre questi criteri in pratiche concrete, sotto lo sguardo vigile del Tavolo Nazionale. Un traguardo che, se raggiunto, potrà diventare un modello europeo.