Venerdì, la Mare Jonio comunicava di aver risposto ad una richiesta di soccorso lanciata da Alarm Phone relativa ad un gommone in gravi difficoltà con 95 persone a bordo. Nonostante 80 miglia la separassero dal poter fornire immediato soccorso, la Mare Jonio si è diretta verso il tratto di mare di cui erano state comunicate le coordinate. Al tempo stesso, però, la ong Mediterranea aveva comunicato a MRCC Roma e al Quartier Generale di Eunavformed di far intervenire almeno una delle due unità militari che erano le navi in quel momento più vicine all'imbarcazione in difficoltà.

Com'è andata a finire?
Il gommone dei migranti è stato intercettato dai libici e riportato in Libia con un bimbo nato a bordo. 93 persone respinte, 6 morti. Sono persone che l'Italia e l'Europa hanno scelto di non salvare, rispedendole nell'inferno dei campi di concentramento libici.

Di seguito il comunicato con cui Mediterranea Saving Humans ha fornito una accurata ricostruzione della vicenda.

Ore 12.22 del 26 giugno 2020
La Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans, attualmente in pattugliamento nel Mediterraneo centrale, ha ricevuto un messaggio di SOS inviato da Alarmphone a tutte le Autorità competenti per l'area, riguardante un gommone nero in difficoltà con a bordo circa 95 persone, di cui 8 bambini e 20 donne, una delle quali pare abbia partorito durante la navigazione. Risultano partiti alle 22:30 dalla località libica di Al Khoms. Si trovano 50 miglia a Est di Misurata, alla deriva col motore in avaria, a circa 80 miglia dalla nostra attuale posizione.

Mare Jonio ha subito offerto disponibilità a intervenire e si è diretta a tutta forza in quella direzione.

Abbiamo anche individuato nell'area più vicina al gommone le navi militari tra cui la fregata della Marina Militare italiana Bergamini. Abbiamo quindi scritto a MRCC Roma e al Quartier Generale di Eunavformed chiedendo che siano le navi militari europee a intervenire con urgenza per salvare la vita a queste 95 persone ed evitare che siano nuovamente deportate nell'inferno Libico da cui stanno cercando di fuggire.


Ore 21 del 26 giugno 2020
Dichiarazione di Alessandra Sciurba, Presidente di Mediterranea Saving Humans:
 
“Vediamo i libici dal radar di Mare Jonio ormai a pochissima distanza dal gommone in difficoltà, con 90 persone a bordo.A breve decine di persone tra cui un bimbo appena nato saranno catturate e portate alla tortura, con piena responsabilità dell'Italia che ha lanciato la segnalazione ma poi non è intervenuta.Ci siamo diretti immediatamente verso le coordinate del gommone segnalate da Watch The Med – Alarmphone ma siamo ancora distanti, mentre si sta per compiere questo ennesimo crimine contro l'umanità pagato dai cittadini italiani attraverso i finanziamenti alla cosiddetta guardia costiera libica”.


Ore 23.18 del 26 giugno 2020
Una motovedetta della cosiddetta “Guardia costiera libica” ha completato l'operazione di intercettazione e cattura di “oltre 70 persone” tra cui donne e bambini piccoli a bordo del gommone segnalato da Watch The Med – Alarmphone 52 miglia a Nord est di Misurata.

La nostra Mare Jonio, che si trovava a poche miglia di distanza, ha offerto la propria disponibilità ad imbarcare i naufraghi su un assetto più sicuro, che poteva garantire cure medico-sanitarie adeguate. I miliziani libici si sono rifiutati.

Così come il comando della motovedetta libica ha negato informazioni sulla presenza di otto persone decedute e di una donna che avrebbe partorito a bordo, come invece i naufraghi avevano segnalato.

Ancora una volta soldi e mezzi erogati dall'Italia alla Libia, insieme alla cooperazione degli altri governi europei hanno portato lla deportazione di profughi in un Paese di guerra.


Ore 8.37 del 27 giugno 2020
La portavoce di IOM – UN Migration, Safa Msehli conferma: una donna ha partorito nel gommone durante la traversata, 93 persone sono state respinte in Libia, i naufraghi hanno riportato che altre 6 sono morte.

Sono le persone che l'Italia e l'Europa hanno scelto di non salvare ieri.