Un recente rapporto della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD) ha lanciato un allarme senza precedenti: l’Europa meridionale, con l’Italia in prima linea, sta affrontando una crisi del suolo sempre più grave, destinata a minacciare sicurezza alimentare, biodiversità e stabilità economica. Negli ultimi 30 anni, oltre il 75% delle terre emerse globali si è inaridito in modo irreversibile, trasformando il Mediterraneo in un epicentro di desertificazione.
Il rapporto identifica tre principali emergenze per il Paese:
- Espansione delle Zone Aride: Aree un tempo fertili, soprattutto nel Sud Italia, si stanno trasformando in terre aride. L’Europa meridionale è oggi un *hotspot globale* per l’inaridimento, con conseguenze dirette su agricoltura e insediamenti umani.
- Agricoltura sotto Assedio: La combinazione di suoli impoveriti e scarsità idrica mette a rischio il modello agricolo mediterraneo, pilastro economico della regione. Questo degrado rischia di aggravare le migrazioni interne e l’instabilità socioeconomica.
- Biodiversità in Pericolo: Ecosistemi unici, come le macchie mediterranee, sono minacciati dall’avanzata della siccità, con ripercussioni a catena su impollinazione, habitat naturali e sicurezza alimentare.
La crisi del suolo non è solo ambientale. Come sottolinea Praveena Sridhar, portavoce del movimento *Save Soil* (sostenuto da UNEP, FAO e altre agzie ONU), “ritardare il ripristino del suolo significa minare la resilienza climatica e il futuro alimentare di milioni di famiglie”. In Europa, dove il 40% del territorio è già esposto a desertificazione, la produttività agricola è a rischio crollo, con potenziali shock sui mercati globali.
In risposta all’emergenza, 60 ONG internazionali, tra cui *Save Soil* e l’iniziativa *4per1000*, hanno presentato alle Nazioni Unite un piano d’azione urgente, articolato in tre pilastri:
- Sostenere gli Agricoltori: Transizione verso pratiche rigenerative, come l’agroforestazione e la rotazione delle colture, con finanziamenti dedicati.
- Suolo come Alleato Climatico: Integrare la salute del suolo nelle politiche climatiche, sfruttandone il potenziale di assorbimento di CO₂ e di conservazione idrica.
- Monitoraggio e Cooperazione: Rafforzare i sistemi di allerta precoce per la siccità e promuovere collaborazioni transnazionali, come già avviene nel bacino del Mediterraneo.
Il rapporto dell’UNCCD è un monito chiaro: senza interventi immediati, l’Europa rischia di perdere fino al 10% del PIL entro il 2050 a causa del degrado del suolo. Ma le soluzioni esistono. Come ricorda Sridhar, “l’agricoltura rigenerativa non è una teoria: è una pratica pronta per essere adottata. Servono però risorse e volontà politica”.
La posta in gioco è alta: proteggere il suolo significa garantire cibo, acqua e stabilità alle prossime generazioni. Per l’Italia e l’Europa, il tempo per agire è ora.