Adottando la risoluzione 2735 (2024) con 14 voti favorevoli, astensione della Federazione Russa, il Consiglio di Sicurezza accoglie con favore la nuova proposta di cessate il fuoco per Gaza e ne sollecita la piena attuazione.Dopo 247 giorni di guerra a Gaza, il Consiglio di Sicurezza ha adottato oggi con 14 voti favorevoli - con l'astensione della Federazione Russa - una risoluzione che propone un accordo globale di cessate il fuoco in tre fasi per porre fine alla guerra a Gaza, esortando sia Israele che Hamas ad attuarlo completamente e senza ritardi e condizioni. Con la risoluzione 2735 (2024), l'organo composto da 15 membri ha osservato che l'attuazione di questa proposta consentirebbe di distribuire i seguenti risultati in tre fasi, la prima delle quali includerebbe un cessate il fuoco immediato, pieno e completo con il rilascio degli ostaggi; la restituzione dei resti di alcuni ostaggi uccisi; lo scambio di prigionieri palestinesi; ritiro delle forze israeliane dalle aree popolate di Gaza; il ritorno dei civili palestinesi alle loro case; e la distribuzione sicura ed efficace dell'assistenza umanitaria su larga scala in tutta Gaza. La fase due vedrebbe la fine permanente delle ostilità in cambio del rilascio di tutti gli altri ostaggi ancora a Gaza e del completo ritiro delle forze israeliane dall'area. La fase tre segnerebbe l'inizio di un importante piano pluriennale di ricostruzione per Gaza e la restituzione dei resti degli ostaggi deceduti ancora nella Striscia alle loro famiglie. Inoltre, nel testo, il Consiglio ha sottolineato che, se i negoziati dovessero durare più di sei settimane per la prima fase, il cessate il fuoco continuerà finché proseguiranno i negoziati. Il Consiglio ha inoltre respinto qualsiasi tentativo di cambiamento demografico o territoriale nella Striscia di Gaza, comprese qualsiasi azioni volte a ridurre il territorio della Striscia.
Così una nota stampa del Consiglio di Sicurezza ha riassunto la risoluzione approvata ieri all'ONU per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Un documento su cui il rappresentante russo Vasily Nebenzia ha espresso perplessità in relazione alla sua accettazione da parte di Israele, a seguito delle dichiarazioni finora rilasciate al riguardo da parte di rappresentanti del governo Netanyahu.
Ieri, in tarda serata, Hamas aveva detto di "accogliere con favore ciò che è stato incluso e confermato dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza riguardo al cessate il fuoco permanente a Gaza, al ritiro completo dell'IDF dalla Striscia, allo scambio di prigionieri, alla ricostruzione, al ritorno degli sfollati nelle loro aree di residenza e al rifiuto di qualsiasi variazione demografica", offrendo la sua disponibilità a cooperare con i mediatori per avviare negoziati indiretti sull'attuazione di questi punti, definiti in linea con le richieste del popolo palestinese e della sua resistenza.
E Israele? Da parte di Netanyahu non c'è stata finora alcuna dichiarazione ufficiale, perché la seconda fase di adempimento dell'accordo deve esser fatta digerire ai due estremisti Ben Gvir e Smotrich, il cui fine è solo quello della guerra a oltranza avendo Israele - secondo loro - un motivo (l'attacco del 7 ottobre) per uccidere quanti più palestinesi possibile, con l'intento di rioccupare Gaza, scacciandone anche i superstiti a fine conflitto. Dato che i 12 seggi dei due ministri sono fondamentali per sostenere alla Knesset la maggioranza all'attuale governo, Netanyahu - a differenza di Hamas - finora non si è pronunciato sul via libera all'accordo che, secondo Biden, sarebbe stato redatto dallo stesso governo di Tel Aviv!
Per tale motivo, in modo da prendere tempo per convincere il premier israeliano - Blinken oramai non ha più una reputazione da difendere e quindi si può permettere di dire qualsiasi stupidaggine senza doversene vergognare - il segretario di Stato Usa, parlando a dei giornalisti a Tel Aviv, ha dichiarato che dopo aver accolto favorevolmente l'appoggio di Hamas alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, adesso dice di aver bisogno che sia Sinwar, leader dell'ala militare di Hamas a Gaza, ad esprimersi positivamente al riguardo:
"Questo è ciò che conta, ed è quello che ancora non abbiamo. ... Se Hamas non dice sì, allora la colpa è chiaramente di loro – per continuare la guerra, non per porvi fine; su di loro in termini di sicurezza e benessere di centinaia di migliaia, milioni di donne, bambini e uomini palestinesi a Gaza".
Finora Hamas, quando si è espressa pubblicamente, lo ha fatto sempre parlando sia a nome dell'ala politica che di quella militare.
Blinken sa benissimo che il problema al cessate il fuoco è rappresentato da Netanyahu ed è per questo che si trova a Tel Aviv... per cercare di convincerlo ad esprimersi pubblicamente sull'accettazione della risoluzione Onu.
Va detto inoltre che ieri sera, dopo una trasmissione di una tv israeliana che riassumeva i vari punti dell'accordo sul cessate il fuoco, l'ufficio di Netanyahu ha definito il resoconto che parlava di una tregua permanente (la fine del conflitto) come fuorviante, aggiungendo che l'affermazione che Israele avesse accettato di porre fine alla guerra prima di raggiungere i suoi obiettivi (l'eliminazione di Hamas) era "una bugia assoluta".
Sarà interessante ascoltare che scusa troverà poi Blinken per giustificare il no alla risoluzione ONU (già fin d'ora immaginabile) di Netanyahu che, nel frattempo, continua i suoi massacri anche a Rafah, con buona pace di quel pagliaccio di Biden e delle sue immaginarie linee rosse.
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