Se è un  brontolio che annuncia un terremoto, un terremoto del genere sarebbe un'apocalisse.

I media si stanno focalizzando sulle dichiarazioni del fratello di Emanuela Orlandi, che ipotizza, da registrazioni ascoltate, che nella scomparsa della sorella e di Mirella Gregori sia coinvolto addirittura Giovanni Paolo II!
Non solo, ma con inquietanti risvolti di carattere sessuale.

Tutta roba da prendere con pinze lunghe un chilometro ma certo se l'Orlandi è arrivato a sbilanciarsi in TV fino a questo punto (si spera) che abbia in mano almeno qualcosa di concreto, altrimenti andrebbe immediatamente ricoverato per evidenti segni di pazzia.
E così, su due piedi, pazzo non sembra.

Certo, la faccenda costringe a riandare con la memoria agli anni passati, a quando, per esempio, dalla finestra affacciata su Piazza S. Pietro, nell'immediatezza della scomparsa di Emanuela, l'allora Pontefice rivolse un appello ai "rapitori" per un pronto rilascio della ragazzina,  prima ancora che di "rapimento" le autorità competenti iniziassero a parlare.

Poi la cortina fumogena alzata dal Vaticano sulla vicenda, malgrado il verificarsi negli anni successivi, di fatti quanto meno problematici, fino alla "frettolosa" santificazione, in tempi di una brevità mai verificatasi per le canonizzazioni, che alla luce degli attuali sospetti comincia a indurre a riflettere. E' come se si fosse voluto "sigillare" il personaggio e rendere di difficolta quasi insormontabile qualsiasi accertamento sul suo operato. 

Allo stato attuale delle cose non è possibile ipotizzare che tipo di verità possa saltare fuori da qui in avanti. Ma le antenne sono drizzate pronte a captare il minimo segnale, salvo il rialzarsi della cortina fumogena, che, al momento, appare l' ipotesi più probabile.